Calendasco, rinasce il capannone confiscato alla mafia. Inaugurazione con don Luigi Ciotti di Libera
12 Maggio 2018 05:30
“Da bene confiscato a bene comune”. E’ con queste parole che il capannone di via Trebbia 3 nel comune di Calendasco è diventato ufficialmente della collettività. La cerimonia, alla quale erano presenti don Luigi Ciotti, presidente della associazione Libera, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, le autorità e i rappresentanti delle forze di sicurezza, il presidente e numerosi sindaci della Provincia, e tantissimi studenti, si è tenuta questa mattina, preceduta da varie manifestazioni organizzate dai giovani e seguita dalla ufficialità dei discorsi.
“Questo è il segno del riscatto dello Stato e dei cittadino . ha detto don Luigi Ciotti ai microfoni di Telelibertà – ; il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi e quando si uniscono le forze si diventa una forza etica, sociale e culturale. La presenza dei ragazzi delle scuole – ha proseguito il presidente di Libera – significa recuperare in maniera ancora più forte il senso della responsabilità, e la responsabilità dell’educare“.
I lavori di recupero sono stati anticipati da un processo di partecipazione, voluto dal Comune, che con Libera ha coinvolto studenti, associazioni e cittadini. Lo scorso anno, con il primo bando di attuazione del Testo unico della Legalità, la Regione ha finanziato il progetto di restituzione del bene alla comunità con un contributo di 25mila euro.
La struttura è stata trasformata in uno spazio per la comunità ed è stata intitolata alla memoria di Rita Atria, testimone di giustizia e vittima di mafia. Ora sarà destinata in parte a deposito per le attrezzature del Comune, mentre gli uffici saranno occupati per attività ricreative, educative e culturali.
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