Edile: occupazione sale del 7% ma mancano giovani e gli immigrati hanno pagato la crisi
21 Giugno 2018 14:04
Dopo la debacle di 10 anni fa, oggi il settore edile sta rialzando la testa, con numeri stazionari. Nonostante le ore lavorate si siano dimezzate da quasi 4 milioni nel 2009 a poco più di 2 milioni nel 2017 e il numero di aziende sia calato passando da 849 a 545, nei primi sei mesi del 2018 si sono registrati lievi segnali di ripresa. Per esempio l’occupazione, secondo i dati forniti dalla Cassa Edile di Piacenza, ha fatto registrare un +7%. I cantieri che hanno preso il via in città e provincia sono stati 426 di cui 156 a Piacenza. Gli immigrati rappresentano la categoria che più ha pagato la crisi del comparto. Nel 2008 rappresentavano il 50% della forza lavoro, nei primi sei mesi di quest’anno sono scesi al 38%. Ma dove sono finiti almeno 1.500 lavoratori? Secondo fonti sindacati un terzo sarebbe rimasto a casa mentre il resto si sarebbe riciclato nei settori degli autotrasporti, commercio e agricoltura. Gli stranieri occupati nei cantieri sono principalmente albanesi, romeni e macedoni.
“Per la Cassa Edile l’impegno costante, oltre a garantire sostegno ai lavoratori tramite varie forme assistenziali – ha spiegato il presidente Pierangelo Bellini – è il tentativo di contrastare il lavoro nero. In questo senso è stato avviato un servizio di controlli specifici nei cantieri”.
Bellini si è detto preoccupato per il mancato ricambio generazionale: “Soltanto l’11% dei lavoratori ha un’età compresa fra i 14 e i 30 anni – spiega – mentre il 34% è rappresentato da ultra 50enni”.
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