“Azioni favorite dalla comune appartenenza alla comunità sinti”
23 Marzo 2019 11:35
Il cuore dell’associazione a delinquere che commetteva furti, rapine, estorsioni, riciclava ferro, deteneva armi e droghe, secondo gli inquirenti, batteva nella comunità sinti di Caorso. Lo mette nero su bianco il giudice per le indagini preliminari Luca Milani nell’ordinanza applicata a 34 persone venerdì scorso. Il gip parla di un vincolo associativo “favorito dalla presenza di legami di parentela e dalla comune appartenenza alla comunità sinti”. Una banda al cui vertice c’era un’unica persona, “capo indiscusso della comunità sinti”.
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