“Assenza di vaccini e trasporti precari”: molti cuccioli si ammalavano e morivano
17 Aprile 2019 15:06
Il giro d’affari dell’organizzazione dedita al traffico clandestino di animali, smantella dai carabinieri forestali e con una ramificazione anche nella nostra provincia, si aggirava sui 500 mila euro annui. Un migliaio i cuccioli illecitamente commercializzati ogni anno con un meccanismo apparentemente semplice: la donna a capo del sodalizio li trovava in Slovacchia, spesso attraverso annunci su internet, e li pubblicizzava per la vendita in Italia. Il marito, il padre e alcuni degli altri indagati si preoccupavano del loro trasporto in Italia. Inoltre acquistava e compilava, falsificandoli, i libretti veterinari da fornire ai clienti ed effettuava le vendite. Con prezzi superiori al triplo a quello di acquisto, per cui, ad esempio, un cane di razza particolarmente ricercata, il Bulldog francese “blu”, preso alla fonte con un esborso di 300 euro era rivenduto al consumatore finale ad un prezzo di 1.000 euro.
A causa dell’assenza di cure veterinarie, delle precarie modalità di trasporto e dell’età dei cuccioli, oltre al reato di traffico illecito di animali da compagnia, sono stati contestati i reati di maltrattamento di animali e detenzione degli stessi in condizioni incompatibili. Esami radiografici effettuati, nel corso delle indagini, sugli animali sequestrati hanno incontestabilmente accertato l’età degli stessi inferiore a quella dichiarata (alcuni di essi non avevano neanche un mese di vita).
Molti cagnolini, proprio per la mancanza di vaccini e delle più elementari attenzioni, si erano ammalati, diversi addirittura morti.
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