Cadeo, a settembre apre la Casa per le pene alternative
31 Luglio 2019 19:18
“Un progetto ben organizzato e dotato di tutte le garanzie di cui il nostro territorio necessita”, così Marco Bricconi, primo cittadino di Cadeo commenta a caldo l’incontro che si è tenuto in Municipio con il direttore Caritas Piacenza Mario Idda in merito al progetto Housing, la Casa per le pene alternative che a settembre aprirà i battenti a Cadeo.
Il progetto Housing a Cadeo porterà ad inizio autunno all’apertura di una Casa di accoglienza per persone che possono beneficiare delle misure alternative alla detenzione. Qui saranno accolte coloro che non hanno risorse proprie o reti all’esterno e che altrimenti finirebbero di scontare la pena recluse in carcere, persone cioè che hanno bisogno di un domicilio ed eventualmente di un inserimento lavorativo.
“Sono a disposizione di tutti coloro che desiderano meglio comprendere il progetto Caritas o hanno dei dubbi – prosegue Bricconi – ma ci tengo a precisare che il progetto sarà guidato da una realtà solida ed esperta, Caritas Diocesana, che da anni è sinonimo di serietà e competenza riguardo ad accoglienza e accompagnamento nell’area del disagio”.
“Durante l’incontro tenutosi ieri è emerso che la riuscita del progetto non può non dipendere anche dalla collaborazione dell’intera collettività – puntualizza Grazia Longo, consigliere di minoranza -; motivo per cui sarà necessario, circostanza emersa da parte di tutti, un costante impegno all’informazione e alla trasparenza al fine di garantire la sicurezza e la tranquillità di tutte le parti coinvolte ed in primis dei cittadini. Ed il mio impegno sarà proprio in questo senso”.
“Non siamo neofiti in progetti come questo. Caritas da 20 anni è presente in carcere. Quello che prenderà vita a Cadeo è un progetto serio, un prendersi a cuore le persone che hanno sbagliato ma vogliono riprendersi in mano la vita – spiega Francesco Argirò di Caritas Diocesana -. Giustamente il sistema carcerario sancisce la pena ma si occupa anche del recupero. Chi sarà ospitato nella Casa non sarà uscito perchè deciso da Caritas ma da un magistrato di sorveglianza, secondo tutti i vincoli di legge previsti. Non saranno persone che hanno compiuto delitti ma persone che hanno bisogno di una seconda chance”.
“Sarà un accompagnare per vivere meglio – sottolinea Mario Idda, direttore della Caritas diocesana -. Queste persone vivendo un’esperienza di accompagnamento potranno vivere un’occasione di svolta delle loro vite. Per ogni persona che reinseriremo nel contesto sociale vi sarà una in meno che rischierà di ripetere lo stesso errore”.
“La Caritas diocesana – aggiunge Toma – ha presentato un progetto scritto che è in Comune, presso l’Ufficio sociale, a disposizione dei cittadini che vorranno prenderne visione. Il prossimo incontro del gruppo di lavoro si terrà nella struttura che viene messa a disposizione dall’Opera Pia per la realizzazione del progetto”.
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