“Dna italiano unico”: ricerca sul genoma anche grazie agli alpini
05 Settembre 2019 05:08
Nei giorni di festa dell’indimenticata Adunata degli alpini che Piacenza ospitò nel maggio 2013, il Pubblico Passeggio si trasformò in un laboratorio a cielo aperto. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pavia era impegnato a recuperare campioni di dna per un’indagine sulla storia genetica dell’Italia. L’Adunata rappresentò un’occasione unica per il team di Genomica delle popolazioni umane e animali del Dipartimento di biologia e biotecnologie a caccia di campioni da analizzare. Seicento le provette riempite a Piacenza grazie agli alpini, diecimila quelle ottenute complessivamente durante l’indagine in tutta Italia e 1.500 quelle analizzate.
Obiettivo dello studio, finanziato dal Miur per i giovani ricercatori under 40, era quello di sapere qualcosa in più del genoma degli italiani. Il lavoro del ricercatore è caratterizzato da passione, competenza e tanta pazienza ma a distanza di sei anni, la prestigiosa rivista americana “Science Advances” ha pubblicato i risultati dell’indagine che da oggi, giovedì 5 settembre, sono a disposizione di tutto il mondo. Il documento finale è frutto della collaborazione di diverse università tra le quali, Pavia, Oxford, Torino e di ricercatori di 18 atenei italiani ed esteri. Tra i ricercatori dell’Università di Pavia, in prima fila c’era la piacentina Anna Olivieri originaria di Castel San Giovanni, figlia di un alpino, e oggi tra le più giovani docenti di Genetica in Italia.
“Ciò che è emerso dalla ricerca – spiega con precisione Olivieri – è che il genoma, cioè il dna degli italiani, è unico al mondo. Gli italiani sono i più diversi tra di loro all’interno del patrimonio genetico degli europei. Per capire, due inglesi tra di loro sono più simili di quanto lo siano due italiani. Questa differenza non è uguale in tutta Italia ma è diversa da Nord a Sud, geneticamente gli italiani hanno delle differenze partendo dalla punta Nord fino ad arrivare alla Sicilia, con i sardi che sono ancora più diversi di tutti”.
Oltre a questi primi due risultati ne è arrivato un terzo che in parte ha sorpreso il team. “Abbiamo confrontato il dna degli italiani con quello di tutte le popolazioni del mondo per capire quali sono le componenti che costituiscono il genoma, ovvero il lascito di quali popoli è contenuto negli italiani – puntualizza la docente -. Abbiamo trovato componenti tipiche di tutti gli europei: quelle dei cacciatori-raccoglitori del Paleolitico; quella neolitica degli agricoltori del Medioriente e la componente caratterizzata da allevatori di cavallo dell’età del Bronzo. Un quarto elemento ci ha sorpreso: nel Sud Italia c’è una componente unica che arriva dal Caucaso ed è datata dopo il Neolitico. Per capire l’origine dovremo analizzare campioni di dna antico”.
A tal proposito all’Università di Pavia a fine anno aprirà il laboratorio dedicato proprio allo studio del dna antico. Sulla pubblicazione internazionale, tra i ringraziamenti del gruppo di ricercatori sono stati inseriti anche quelli al Comune e alla Sezione alpini di Piacenza.
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