Hiv, a Piacenza 18 nuove diagnosi nel 2019: una persona su 3 già malata
27 Novembre 2019 11:17
Sono 19 i casi di Hiv accertati a Piacenza d inizio anno. Un dato che spinge l’Asl ad affermare: “Sull’Aids non abbassiamo la guardia su quella che è stata un’epidemia per molti anni e che oggi è una patologia ben lontana dall’essere oggi debellata”. Una sensibilizzazione che arriva in vista della giornata mondiale per la lotta all’Aids che si celebra il primo dicembre.
I numeri parlano chiaro: dopo 2 anni (soprattutto nel 2018) di sensibile calo di nuovi infezioni, nel 2019 è tornato un nuovo incremento con già 18 nuove diagnosi. A Piacenza i pazienti che accedono almeno una volta l’anno al reparto di Malattie Infettive sono oltre 700: oltre il 90 per cento è in terapia antiretrovirale, 120 hanno già diagnosi di Aids.
Quest’anno sono decedute 12 persone: un paziente giunto molto tardivamente alla diagnosi per patologie correlate all’Aids, i rimanenti per patologie cardiovascolari e tumori non HIV correlati.
L’identikit di chi contrae l’infezione è mutato rispetto al passato: rarissime le infezioni fra i tossicodipendenti, oltre il 90 per cento delle infezioni sono acquisite per via sessuale, senza escludere donne e persone di età superiore ai 60 anni.
Anche quest’anno l’equipe di Malattie infettive scende in campo con una giornata dedicata alla sensibilizzazione. Medici e infermieri saranno a disposizione della cittadinanza venerdì 29 novembre, dalle 16 alle 18, all’inizio del Pubblico Passeggio (lato piazzale Genova). Nell’occasione sarà possibile eseguire in modo gratuito e anonimo il test per l’Hiv.
“Giornate come questa – evidenzia il primario del reparto Malattie infettive Mario Codeluppi – possono contribuire a sensibilizzare e porre la giusta attenzione sul tema. Attraverso una semplice puntura del dito, in circa 20 minuti si può avere l’esito del test”.
L’iniziativa si svolge in collaborazione con il personale del Laboratorio analisi dell’ospedale di Piacenza, del Genio Pontieri e del Soroptimist di Piacenza. “Scendiamo in campo affiancando l’azienda in questo importante momento di sensibilizzazione – evidenzia Giovanna Ratti, medico infettivologo e presidente del club – fornendo cartoline informative sulla trasmissione di HIV che saranno distribuite a chi farà il prelievo”.
“Nessuno può sentirsi al sicuro: il concetto di categorie a rischio deve essere abbandonato. Si deve prestare attenzione – evidenzia l’infettivologo Alessandro Ruggieri, responsabile della gestione del paziente con infezione da Hiv – ai comportamenti a rischio”. Il virus si diffonde attraverso la via sessuale: “Il problema riguarda quindi tutta la popolazione sessualmente attiva, soprattutto ora che l’attività inizia prima e termina più tardi”. Nelle 18 nuove diagnosi, la trasmissione è risultata sempre attribuibile a contagio sessuale: si contano 13 maschi e 5 femmine, età fra i 27 e i 65 anni.
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