Caruso parla per la prima volta: “Con la ‘ndrangheta non c’entro nulla”. E chiede i domiciliari
18 Dicembre 2019 04:23
L’ex presidente del Consiglio comunale Giuseppe Caruso, arrestato a fine giugno per associazione mafiosa, ha parlato per la prima volta con la Procura della Direzione distrettuale antimafia.
Un colloquio di un’ora con la pm Chiara Ronchi, all’interno del supercarcere di Voghera in cui è detenuto, per spiegare che con la ’ndrangheta non ha nulla a che fare e che è estraneo a tutte le accuse che gli vengono mosse. Caruso fu arrestato assieme al fratello Albino (in cella in Abruzzo) e ad altre 11 persone nell’ambito dell’operazione Grimilde contro la cosca Grande Aracri. Vengono contestati, a vario titolo, i reati di estorsione, truffa e corruzione nell’ambito del suo ruolo di funzionario doganale
Il contenuto del colloquio è stato svelato al quotidiano Libertà in edicola dal suo nuovo avvocato difensore, Anna Rosa Oddone (penalista del foro di Torino): “Ha negato qualsiasi tipo di appartenenza a cosche della malavita calabrese trapiantate in Emilia. A breve – ha aggiunto il legale – faremo richiesta per ottenere gli arresti domiciliari. Oltre che per ragioni di salute, va tenuto conto che il mio assistito è incensurato ed è un uomo che ha sempre servito lo Stato sia come funzionario delle Dogane sia come politico di lungo corso”.
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