Spazi per il coworking: Piacenza fanalino di coda, solo sette attivi
16 Gennaio 2020 15:18
Crescita esponenziale in Emilia Romagna di spazi collaborativi per il lavoro: dal 2013 il loro numero è aumentato di undici volte, passando da 13 a 151. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università di Modena e Reggio Emilia, presentato a Bologna nel corso di un convegno organizzato da ART-ER, la nuova società regionale per la crescita e l’innovazione. A Piacenza sono sette gli spazi di coworking attivi.
Bologna fa la parte del leone, con 49 spazi, seguita nell’ordine da Modena (18), Forlì (15), Ravenna (14), Reggio Emilia (13), Ferrara e Rimini (12), Parma (11).
In prevalenza (36%, quasi un caso su tre) si tratta di spazi di co-working ma c’è anche un numero rilevante di fab-lab (11%), incubatori e/o acceleratori (11%) e spazi polifunzionali (17%). Realtà importanti sono anche i laboratori aperti, spazi urbani recuperati e finanziati dalla Regione Emilia-Romagna attraverso i fondi europei (7%) e gli hub culturali e/o creativi che accolgono al loro interno professionisti delle industrie creative, ma anche cittadini interessati alle tematiche artistiche e alla programmazione culturale proposta dallo spazio (9%).
Si tratta di spazi che ospitano persone molto diverse (per provenienza, età, professione, ecc.) e svolgono funzioni differenti, dal sostegno e avviamento per chi intraprende un lavoro o una nuova professione, all’accelerazione della carriera per chi ha già un percorso più strutturato alle spalle.
L’indagine ha consentito inoltre di tracciare un identikit dei gestori e dei frequentatori degli spazi; i primi sono per la maggior parte lavoratori autonomi o imprenditori, quasi tutti laureati o con specializzazione post -laurea; in prevalenza uomini, hanno in media meno di 40 anni e vivono nella stessa città in cui si trova lo spazio che gestiscono. I frequentatori sono in prevalenza uomini laureati o con specializzazione post laurea; solo 2 su 10 sono lavoratori dipendenti, mentre c’è quasi una sostanziale parità fra giovani e senior (il 32% ha meno di 35 anni, il 30% è over 50).
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