Il 16 dicembre il primo sguardo bastò per capire che era autentico
18 Gennaio 2020 04:16
Il 16 dicembre 2019 è una data da segnare in rosso sul calendario della lunga e romanzesca vicenda che avvolge il Ritratti di signora di Gustav Klimt, rubato il 22 febbraio 1997 dalla Ricci Oddi e ritrovato il 10 dicembre scorso in una botola esterna alla galleria d’arte da alcuni giardinieri.
Sei giorni dopo il rinvenimento, nel caveau della sede cittadina della Banca d’Italia dove era stato portato per ragioni di sicurezza, si sono ritrovati per la prima volta il sostituto procuratore Ornella Chicca, gli investigatori e i tre esperti ministeriali nominati per stabilire l’autenticità dell’opera: Diego Cauzzi (funzionario per le tecnologie Pilotta di Parma), Anna Selleri (funzionaria restauratore Pinacoteca Nazionale Bologna) e Claudia Collina (funzionaria Beni culturali Regione Emilia Romagna).
In conferenza stampa tutti e tre hanno spiegato di aver seguito un rigoroso metodo scientifico per arrivare alla conclusione, ma è certo che già dalla prima analisi in tutti c’era l’impressione, quasi una ragionevole certezza, che si trattasse del dipinto originale.
“Ci siamo estraniati da tutto e tutti – ha detto Cauzzi – evitando di leggere giornali e guardare le tv che parlassero della questione per evitare qualsiasi condizionamento. Ci hanno dato una missione e l’abbiamo portata a termine seguendo il metodo che abbiamo sempre utilizzato anche in passato, con analisi tecniche rigorose”.
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