“Una ferita troppo a lungo occultata”. Piacenza commemora i martiri delle foibe
10 Febbraio 2020 12:14
“Una ferita che ha segnato per sempre la coscienza del nostro Paese, ma troppo a lungo è stata rimossa e occultata”. Con queste parole il sindaco di Piacenza e presidente della Provincia Patrizia Barbieri ha aperto la cerimonia di commemorazione per il Giorno del ricordo, istituito nel 2004 per rinnovare la memoria della tragedia dei massacri delle foibe, gli eccidi ai danni di militari e civili italiani dell’area di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra da parte dei partigiani jugoslavi e delle forze comuniste del maresciallo Tito. La celebrazione si è tenuta nel giardino dedicato ai martiri delle foibe in via Trivioli a Piacenza. “Rievocare ciò che è stato – ha dichiarato il sindaco Barbieri – significa guardare nella profondità di quelle fenditure senza chiudere gli occhi di fronte ai corpi gettati gli uni sugli altri, vivi e morti, di anziani e bambini, uomini e donne che subirono indicibili umiliazioni e sofferenze nel nome di un aberrante disegno di epurazione. Vuol dire ripercorrere il cammino doloroso di oltre 300mila persone costrette a lasciare Ie loro case, il loro lavoro e le proprie radici a seguito delle persecuzioni perpetrate dai miliziani di Tito, volte ad annichilire ogni forma di opposizione al regime comunista jugoslavo e a cancellare I’identità italiana sul territorio di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia”.
Alla cerimonia hanno preso parte forze dell’ordine, scolaresche, sindaci del territorio piacentino e liberi cittadini. Il prefetto Maurizio Falco, parlando di un “razzismo poco impresso sulle pagine di storia”, ha rivolto un invito agli studenti di “non tralasciare alcuna fonte attendibile” e di “orientarsi attraverso la stella polare della condanna della violenza in ogni direzione e manifestazione sociale”.
Si stima che le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia siano state tra le tremila e le cinquemila. Una tremenda pagina di storia che domattina, martedì 11 febbraio, verrà approfondita anche nella cappella ducale di palazzo Farnese con l’inaugurazione della mostra documentaria “Voci e volti di donne dei territori di Istria, Fiume e Dalmazia nel secondo dopoguerra” a cura dell’Istituto di storia contemporanea di Piacenza.
IL DISCORSO DEL PREFETTO FALCO
IL DISCORSO DEL SINDACO BARBIERI
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