Appalto del verde, l’esposto di tre disabili: “Estromessi dal lavoro”
14 Febbraio 2020 11:00
“Contratti con persone disabili al solo scopo di raggiungere la quota di dipendenti svantaggiati richiesta dal bando di gara, salvo poi estrometterli dal lavoro”. È la pesante accusa contenuta nell’esposto presentato da alcuni giardinieri invalidi assunti dalle società Cuore Verde, Riva Giardini Spa e Suardi Srl, ovvero la cordata cremonese a cui il Comune di Piacenza ha assegnato la manutenzione del verde pubblico cittadino. Una rete temporanea d’imprese che qualche giorno fa è finita anche nel mirino del Tar: il Tribunale amministrativo regionale di Parma, fra le altre cose, ha infatti rilevato una quota di lavoratori svantaggiati troppo bassa, uno dei motivi per cui la gara d’appalto da oltre due milioni di euro indetta da Palazzo Mercanti per la gestione di parchi, giardini e aiuole è stata dichiarata illegittima (l’amministrazione comunale ha replicato che sta valutando la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato a tutela della trasparenza e della correttezza dell’ente).
A tutto ciò, quindi, s’aggiunge la richiesta d’intervento ispettivo inviata all’Ispettorato del lavoro di Piacenza da parte di tre dipendenti disabili della cordata cremonese: Antonio Circelli, Ugo Tassone e Renzo Ricchiuti, rappresentanti dall’avvocato Boris Infantino.
I tre giardini chiedono alle ditte il “versamento della retribuzione contrattualmente pattuita”, a fronte di una serie di presunte inadempienze. Non solo. Il legale rappresentante dei tre giardinieri invalidi puntualizza che “le buste paga sono state consegnate con notevole ritardo e solo dopo solleciti scritti. Ciò ha comportato – prosegue l’esposto – un danno economico per gli esponenti, privi di retribuzione e impossibilitati ad accedere ai benefici pubblici come il reddito di cittadinanza perché formalmente titolari di rapporto di lavoro”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE