Sindacati: “Il 20 aprile si riapra garantendo sicurezza ai dipendenti”
15 Aprile 2020 16:36
La Banca d’Italia di Piacenza, chiusa per l’emergenza Coronavirus, riaprirà i battenti il 20 aprile. I sindacati scrivono ai vertici e al segretario generale per chiedere che i lavoratori vengano messi nelle condizioni di sicurezza per lavorare. Per esempio provando la febbre a tutti i dipendenti all’entrata in sede. Così come adottare tutte le misure previste dal Governo per tutelare la salute. “Vi ringraziamo per il senso di responsabilità e sensibilità dimostrato verso i colleghi spostando la data di riapertura dal 14 al 20 aprile” – scrive la rappresentanza sindacale FALBI di Piacenza. “Vorremmo però ricordare la cronologia che la città e quindi anche tutti i dipendenti della filiale (molti pendolari dalle provincie della Lombardia e Emilia Romagna) hanno vissuto dal 21 febbraio, data che riguarda la chiusura di Codogno e altri 10 comuni del Lodigiano. Il comune dista da Piacenza solo 8 km e circa 30 da Lodi, con molti studenti e lavoratori pendolari sulla nostra città, forse è per questo che la città è stata colpita così violentemente? Infatti la stessa filiale dal 24 febbraio veniva interessata in quanto 6 persone, non dipendenti di banca, essendo di Codogno si trovavano in quarantena all’interno dello stesso Comune. Nelle settimane seguenti alcuni colleghi sono stati sottoposti a quarantena fiduciaria perché loro stessi hanno dichiarato un rischio contagio, da elogiare in quanto hanno risposto immediatamente ai provvedimenti già esistenti per loro stessi e per tutti noi. Il giorno 16 marzo, purtroppo, per la filiale veniva disposta la chiusura per dichiarati stati di positività, non dipendenti dell’Istituto, ma presenti fino al giorno 13 marzo in filiale”.
La nota prosegue: “Si è consapevoli dell’importanza istituzionale che la Filiale di Piacenza ha sul territorio della regione, provincia ed anche nella zona Nord del paese. Siamo sicuri che la data della riapertura (20 aprile) non sia una determinazione definitiva dovuta solo all’importanza che rivestiamo, ma che si abbia sempre un monitoraggio del territorio piacentino e quindi mettere sempre in prima linea la tutela e sicurezza dei colleghi di Piacenza. Colleghi pronti a tornare al lavoro ma che come tutti oggi in Italia chiedono garanzie per la loro salute che poi è anche quella delle loro famiglie”.
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