Terremoto, l’esperto: “Area di media pericolosità. La serie di scosse è un evento normale”
16 Aprile 2020 17:54
Una serie di scosse di terremoto ha colpito l’alto Piacentino dalla sera di mercoledì 15 fino al primo pomeriggio di giovedì 16 aprile. La più forte è stata di magnitudo 4.2 e si è verificata alle 11.42 di oggi con epicentro nel comune di Cerignale, alla profondità di 3 km. Circa 12 ore prima un altro terremoto di magnitudo 3.5 era stato localizzato nella stessa area. Altre 4 sono seguite, tra il mezzogiorno e il primo pomeriggio, con intensità compresa tra magnitudo 2 e 3,5.
Sono state ore intense, di apprensione quelle che i residenti delle alte valli Trebbia, Aveto e Nure, hanno vissuto a partire dalle 22 di ieri sera. La serie di scosse ha colpito la zona tra Ferriere e Cerignale, causando fortunatamente lievi danni ma tanta paura. La più forte, con un boato, ha fatto scendere in strada numerose persone che si stavano preparando per il pranzo.
“Una scossa di quella intensità spesso viene seguita da altre, come in effetti è avvenuto – ha spiegato l’ingegner Salvatore Stramondo, direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti -, ma va comunque detto che la zona è considerata di rischio moderato”. “La causa – ha proseguito l’esperto – è il movimento distensivo della crosta appenninica. Un fenomeno misurabile in 3-4 mm annui. Impercettibile, ma capaci di generare movimenti tellurici come quelli che si sono verificati”.
La scossa più forte è stata avvertita fino a Milano, per una serie di concause illustrate dall’ingegner Stramondo: “Innanzitutto una motivazione sociale, perché siamo tutti in quarantena a casa e quindi nelle condizioni migliori per sentirla; poi perché le onde sismiche hanno una direzione privilegiata, e in questo caso era verso nord; poi perché le onde incontrando un substrato di sedimenti (la Pianura Padana) modificano il loro effetto aumentando l’oscillazione”.
“L’area interessata da questo evento sismico è caratterizzata storicamente da sismicità moderata” ha proseguito l’esperto, e Per incontrare terremoti di intensità superiore a quello di oggi bisogna andare indietro nel tempo: l’evento più rilevante della storia sismica dell’area, in termini di impatto materiale, è probabilmente quello di magnitudo 4.6 del 23 dicembre 1980 (un mese dopo il terremoto dell’Irpinia), che colpì in modo particolare la val d’arda. Poi un 4,5 il 3 ottobre 2012 a circa 20 km ad Est dell’epicentro odierno. Gli annali raccontano anche di un terremoto stimato di magnitudo 6.0 nel 1834″.
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