Da Piacenza la svolta sulle prognosi per i pazienti Covid. Michieletti: “Lavoro utile per tutto il mondo”
22 Aprile 2020 12:51
Se metropoli di tutto il mondo come New York o Los Angeles, riusciranno a gestire l’emergenza Coronavirus dal punto di vista sanitario e logistico potranno probabilmente ringraziare anche lo staff di Radiologia dell’ospedale di Piacenza.
Arriva infatti dal nosocomio piacentino, precisamente dall’equipe di Radiologia diretta dal primario Emanuele Michieletti, una svolta determinante sul fronte delle prognosi Covid-19: sulla base dei parametri rilevati, il medico può sapere subito qual è il rischio reale del paziente contagiato, se e come la malattia evolverà e se sia o meno necessario il ricovero.
In pratica, grazie a questo studio basato su una casistica purtroppo ampia come quella piacentina, si è in grado di decidere immediatamente quale potrà essere l’evoluzione della malattia: paziente destinato ad aggravarsi gravemente oppure a non dover subire gravi ripercussioni.
“Io ho il merito di aver assunto il dottor Davide Colombi che è l’ideatore di questa ricerca – ha spiegato Emanuele Michieletti in diretta Facebook sul sito della Regione Emilia Romagna -; vorrei condividere il risultato con tutti i medici degli ospedali del nostro territorio -. Dispiace far uscire un articolo così importante su una tragedia che ha travolto il nostro territorio ma il nostro lavoro può essere utile ad altre città che stanno vivendo il picco, come New York ad esempio, per decidere chi curare in ospedale e chi a casa. Se arrivano mille pazienti e l’ospedale ne può ospitare 500 si è costretti a fare scelte ma se le scelte sono oculate si aprono scenari clinici e gestionali. Ora il nostro studio è fruibile a tutto il mondo scientifico che sta lavorando sul Covid 19″.
L’analisi rigorosa dei casi locali “Abbiamo passato in rassegna il quadro radiologico e clinico di 236 nostri pazienti- racconta il radiologo Davide Colombi-. Piacenza, così duramente colpita della diffusione della malattia da SARS-CoV-2, purtroppo ha potuto fornire una casistica scientificamente rilevante. Abbiamo lavorato con il maggior rigore possibile, per far emergere elementi utili al confronto”. L’équipe del dottor Michieletti ha preso in esame, per ogni caso, la porzione di polmone sana, risparmiata dalla polmonite, e ha “incrociato” la valutazione fatta con la Tac con altre caratteristiche del paziente: età, presenza di altre patologie e valori riscontrati con gli esami del sangue. Questo ha consentito di mettere a fuoco indicazioni cliniche pratiche per prevedere la prognosi più probabile della persona positiva.
Le conclusioni dello studio
L’integrazione tra queste informazioni permette di migliorare la gestione e la presa in cura del malato: può infatti contribuire a individuare quei pazienti che, nonostante abbiano una discreta percentuale di volume polmonare sano, dovrebbero essere monitorati perché sono da considerare a rischio proprio in considerazione degli elementi raccolti. “Queste indicazioni- conclude Michieletti- consentiranno di evitare di dimettere persone con sintomi lievi che invece, con tutta probabilità, andranno incontro a un peggioramento grave e rapido delle proprie condizioni”.
La pubblicazione americana
“Lo studio, accettato per la pubblicazione sulla rivista americana Radiology dopo una dettagliata revisione- sottolinea il direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino– apre nuovi scenari per la gestione dei pazienti Covid-19 che accedono in ospedale. La portata del lavoro della nostra équipe e la ricaduta pratica, soprattutto negli Stati Uniti, è facilmente intuibile. Basti pensare che nella sola New York si registrano 4.500 nuovi casi positivi ogni giorno; gli ospedali non possono accoglierli tutti. Ecco perché la rivista Radiology ha pubblicato celermente lo studio e lo ha valorizzato attraverso tutti i propri canali di comunicazione. Non possiamo che essere orgogliosi dell’intuizione dei nostri radiologi e della loro capacità di mettere subito a disposizione del mondo scientifico mondiale i dati di quello che per noi è stato un momento altamente drammatico, con la speranza che altrove possano trarre profitto dalla nostra esperienza”.
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