A Piacenza 320 nuovi operatori per un costo di sette milioni, 132 dipendenti in malattia
24 Aprile 2020 04:00
“Aprire un concorso di assunzione a tempo indeterminato per gli operatori sanitari che hanno avuto il coraggio di mettersi a disposizione temporaneamente nei nostri ospedali”. Il direttore generale dell’Asl di Piacenza Luca Baldino lo chiede alle istituzioni regionali e nazionali. Nel nostro territorio, infatti, sono stati 186 i medici, gli infermieri e gli oss finora ingaggiati con contratti di collaborazione (co.co.co) e altri rapporti di lavoro a breve scadenza per far fronte all’emergenza coronavirus. “Meritano un riconoscimento perché si sono messi in gioco in un momento terribile”. E anche l’Asl di Piacenza, senza dubbio, necessita ancora di questo esercito precario di professionisti della salute: “È difficile immaginare il funzionamento dell’ospedale senza queste risorse umane fondamentali”, ammette Baldino. Del resto la fine dell’epidemia è ben lontana: “La gente sta scendendo in strada, non nascondo il timore che la curva dei contagi possa tornare a crescere”.
320 NUOVI OPERATORI NELL’ASL DI PIACENZA – “In totale, abbiamo reclutato 320 operatori sanitari in più, di cui 186 professionisti con rapporti di lavoro temporanei, 20 volontari di protezione civile e 114 a tempo indeterminato. Sui 3.600 dipendenti complessivi – prosegue il direttore generale – le nuove assunzioni hanno un’incidenza quasi del dieci percento. Per quest’anno la spesa sostenuta dall’Asl allo scopo di ingaggiare ulteriori risorse umane ammonta a circa sette milioni di euro. In particolare, lo stanziamento per gli operatori a titolo temporaneo è di 2.915.730 euro”. Si parla di incarichi di collaborazione, occasionali e libero professionali urgenti destinati a infermieri, medici di malattie all’apparato respiratorio, medici di malattie infettive, chirurgi d’accettazione, oss, assistenti sanitari, farmacisti e non solo. Nel periodo di massimo bisogno per il nostro territorio le candidature sono arrivate da varie parti d’Italia: “Ai bandi online hanno partecipato persino alcune persone provenienti dal sud Italia, accettando contratti della durata di poche settimane o mesi. Credo che sia indispensabile stabilizzarle, riconoscendo il loro spirito di servizio con un ampio concorso di assunzioni a tempo indeterminato. Non bisogna dimenticare, poi, l’impegno dei pensionati: alla fine di febbraio, fin dalle prime ore dell’emergenza, fuori dall’ospedale di Piacenza ce n’erano già una ventina pronti a rimboccarsi le maniche spesso per un guadagno pari a zero, con le sole coperture assicurative”.
CARENZA STRUTTURALE DI MEDICI –L’Asl di Piacenza ha fatto i conti anche con le perdite: “Ad oggi abbiamo 132 dipendenti in malattia. Nelle scorse settimane c’è stato anche un apice di duecento… L’unico decesso, purtroppo, è stato quello di un’infermiera di radiologia che era assente dal reparto già da qualche mese a causa della leucemia”. L’allerta da coronavirus ha messo in evidenza la carenza di personale nelle strutture sanitarie? “In realtà – risponde il direttore Baldino – si tratta di una mancanza di medici in tutta Italia. Non c’è un bacino di riserva: in effetti l’emergenza da Covid-19 lo ha dimostrato. Non si riesce tuttora a reperire figure specialistiche, per esempio gli anestesisti. E la formazione dura una decina d’anni, quindi è impossibile crearle in pochi mesi. In un primo momento, infatti, ci siamo trovati a triplicare la terapia intensiva e a gestire i posti letto con lo stesso personale”.
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