“Un monumento o una pietra d’inciampo in ricordo del madonnaro di largo Battisti”
28 Aprile 2020 05:00
Garbato e curioso. Mai molesto. Un clochard “signore dell’arte”, a modo suo. Pino Vommaro, il madonnaro di largo Battisti, si era fatto voler bene da tanti piacentini. Proprio per questo, alla notizia della sua morte, i social network sono stati travolti da una vera e propria ondata di cordoglio. E oggi c’è persino chi chiede di ricordare la sua figura in maniera sobria ed elegante: con una pietra d’inciampo, un monumento o una targa commemorativa esattamente in quell’angolo d’asfalto – davanti alla chiesa di San Donnino a Piacenza – che Pino (per qualcuno Gino) ha saputo rendere fertile di passione per la vita e l’arte. A farsi portavoce di questa idea, per esempio, è l’associazione giovanile Diciottotrenta: “Stiamo pensando a un’installazione in memoria del madonnaro – anticipa il presidente Giulio Taroni – oppure a un evento ricorrente durante l’anno. Non vorremmo solo ricordare il suo personaggio, ma anche la sua dedizione per l’arte di strada che si era trasformata in una sorta di punto di riferimento per i passanti. A breve, quindi, presenteremo il nostro progetto”.
Come in un favola, in fondo, il madonnaro di largo Battisti era un uomo senza età, con il cappellino in testa, una borsetta gialla in mano e i gessetti sempre in tasca. Aveva fatto di Piacenza la sua tela: ogni giorno si sedeva sul marciapiede a due passi da piazza Cavalli e dava vita a disegni sacri pieni di colori. Raffigurazioni che sparivano al batter della pioggia: e il madonnaro riprendeva in mano i gessetti e ricominciava daccapo. D’altronde per lui l’arte era una terapia: “Mi aiuta ad andare avanti – aveva detto in un’intervista a Libertà nel 2016 -. Quando sono scoraggiato faccio un disegno triste, quando sono felice lo faccio più bello”. Finché c’era la gente a sbirciare le sue opere, a incuriosirsi davanti alla sua creatività – e certo a lasciargli anche qualche spicciolo mai chiesto con insolenza – il madonnaro di largo Battisti non si sentiva solo. Per i piacentini era un’immancabile certezza nel panorama urbano: un dettaglio colorato che rendeva un po’ più speciale la “vasca” in centro. Un frammento di anima del cuore cittadino che se n’è andato all’età di 63 anni. Vommaro è stato trovato senza vita nella sua camera nel convento dei frati di Santa Maria di Campagna. Nelle scorse settimane era stato ricoverato nell’ospedale di Castel San Giovanni per un sospetto caso di Coronavirus. Ma a stroncarlo pare essere stato un malore.
Tra le molte persone che ora vorrebbero ricordarlo con dignità c’è anche il consigliere comunale Luigi Rabuffi (Piacenza in comune), il quale ha intenzione di preparare una mozione per impegnare la Giunta Barbieri a posizionare una pietra d’inciampo in commemorazione del madonnaro di largo Battisti, l’ultimo “baluardo” locale di questa tradizione antica: “Pino era una presenza consueta e discreta in centro storico. Non disturbava nessuno. Il marciapiede della chiesa di San Donnino era la sua vetrina. E in quel punto sarebbe bello collocare una pietra d’inciampo con il suo nome. Si tratta di un pezzo di storia piacentina, con al centro un uomo emarginato che soffriva di alcolismo. Ma che aveva fatto dell’arte la sua missione quotidiana”.
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