Undici anni fa il crollo del ponte sul Po, un disastro senza colpevoli
30 Aprile 2020 06:24
Prima dell’epidemia da Coronavirus e della terribile alluvione del 14 settembre 2015, nella memoria recente dei piacentini un’altra data era sinonimo di disgrazia: 30 aprile 2009.
Quel giorno, a metà mattinata, crollò una campata del ponte stradale sul fiume Po, tra Piacenza e San Rocco al Porto, in un ideale tragico legame che ancora oggi unisce la nostra provincia al Basso Lodigiano.
Allora, per un fortunato caso, non ci furono morti, ma tre feriti. La viabilità fu prima spezzata, poi molto difficoltosa, le conseguenze per l’economia locale furono pesantissime.
Una disgrazia senza colpevoli: nel gennaio 2015, infatti, i cinque imputati (tutti dirigenti della società concessionaria Anas) vennero assolti. “Il fatto non sussiste”, sentenziò il giudice del tribunale di Lodi.
Secondo le accuse il cedimento fu causato da scarsa manutenzione e incuria, mentre le difese lo attribuirono all’azione della forte piena del fiume di quei giorni, che a loro avviso aveva mosso alcuni dei piloni che sorreggevano la campata.
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