Area nuovo ospedale: approvata la variante. Barbieri: “Ora acceleriamo”

11 Maggio 2020 15:48

Un voto contrario, quello del consigliere Luigi Rabuffi, 21 voti favorevoli (quelli dell’intera maggioranza e del gruppo Liberi) e 7 consiglieri di minoranza che non hanno invece partecipato alla votazione. E’ stato approvata questa sera dal consiglio comunale di Piacenza, riunitosi come ormai consuetudine a palazzo Gotico, la variante al Psc indispensabile per dare avvio alla progettazione del nuovo ospedale cittadino.

Il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, ha ricordato che occorre accelerare i tempi sulla realizzazione della nuova struttura che sarà adattata ai nuovi parametri imposti dalla pandemia che, nella nostra provincia, ha picchiato duro. La nostra città sarà la prima ad avere il primo ospedale post Covid a livello europeo. Non tutti però sono d’accordo sulla costruzione del nuovo ospedale. In Comune sono state consegnate 700 firme di cittadini che chiedono una valorizzazione della medicina del territorio anziché la realizzazione del nosocomio. Il tema è quello di utilizzare la risorse promesse dalla Regione (160 milioni di euro) per recuperare strutture in degrado per fornire luoghi alla medicina territoriale.

Diversi sono stati gli interventi in consiglio:

Lorella Cappucciati, Lega Nord Salvini, coordinatrice infermieristica del reparto di Ematologia: “Mi sono trovata in prima linea a lavorare in un ospedale che già non aveva più le caratteristiche per accogliere pazienti con grosse difficoltà di accessibilità. C’era una Piacenza deserta, ricordo un mattino, il 9 marzo, molto brutto per noi perché era ricoverato il nostro collega Nelio Pavesi (scomparso il 10 marzo per il Coronavirus). L’unico suono che si sentiva era quello delle sirene di ambulanze che viaggiavano a tutta velocità verso il pronto soccorso di Piacenza che però non era pronto ad accogliere persone infette. Improvvisamente non esisteva più nessun reparto, abbiamo dovuto chiudere ai pazienti oncologici e ad altri malati. Noi abbiamo vissuto uno stress che ci ha fatto capire che l’ospedale nuovo non è una costruzione fatta per interessi economici, è una necessità. Chi lavora dentro all’ospedale sa che una struttura nuova serve. L’ospedale dovrà essere costruito in modo flessibile. Cappucciati spiega le carenze con cui gli operatori sanitari si scontrano: “Da tre settimane siamo senza camici, i tagli alla sanità fatti nei 15 anni precedenti hanno avuto ripercussioni serie e ci hanno fatto arrivare impreparati di fronte all’emergenza. L’area, per quanto mi riguarda, è la scelta ideale perché “unisce” le quattro valli, ci si può accedere senza attraversare il centro città. Che si facessero un giro all’ospedale le 700 persone che hanno firmato la petizione contro il nuovo ospedale – ha concluso la Cappucciati – con la voce rotta dalla commozione.

Gian Carlo Migli, capogruppo di Con Barbieri Fratelli d’Italia – AN: “Chiediamo che Ausl e Regione assumano impegni ben precisi sul futuro dell’ospedale attuale. Dobbiamo avere idee chiare su quello che andrà ad ospitare. L’ideale sarebbe di mantere attrezzata e pronta una parte del polichirurigco per eventuali future emergenze”.

Stefano Cugini capogruppo del Partito Democratico: “Il 22 febbraio scorso il nostro modo e la nostra vita sono cambiati completamente. La madre di tutte le domande che in molti pongono è: Perchè Piacenza non è stata dichiarata subito zona rossa?. Decisione che spettava al sindaco Patrizia Barbieri. Niente impediva di assumere questo provvedimento vista la simbiosi tra Codogno e la nostra città. Se pensiamo a quanti pendolari hanno percorso la tratta Piacenza e milano stipati nei vagoni con i finestrini chiusi. Ma, devo dire la verità, io avrei agito nello stesso modo. Da parte del Partito Democratico non uscirà mai una parola contro questa amministrazione nel periodo del Covid perchè è un momento di incubo sospeso. Abbiamo rispetto delle persone prima che dei ruoli. Hanno dovuto tutti decidere in fretta di fronte ad un uragano. Da questo momento – spiega Cugini – non dobbiamo ripetere gli errori una seconda volta. Per quanto riguarda il nuovo ospedale, la pandemia ha dimostrato quanto impellente sia il bisogno di arginare l’onda d’urto perchè non dobbiamo confondere l’abnegazione del personale sanitario con il fatto di riconvertire spazi non adeguati e di trasformare le nostre strutture in ospedali covid con le sale operatorie ricoventirte a terapie intensive e l’azzeramento conseguente delle attività ordinarie con malati oncologici che si sono sentiti dire che non potevano essere operati. Bisogna quindi mettere la parola fine sui dubbi che ancora si leggono sulla necessità o meno del nuovo ospedale. Per noi è una straordinaria opportunità. Nutriamo dubbi solo dal punto di vista ambientale, urbanistica ed economica riguardo alla scelta dell’area su cui sorgerà. Noi avevamo scelto l’area dell’ex pertite che riteniamo soluzione ideale dal punto di vista ambientale ed economico con pochi oneri. Rifare tutto, in favore della Farnesiana, ci è costato due anni di ritardo.
Noi vogliamo un ospedale nuovo, efficiente e inserito in un sistema ospedaliero provinciale con un modello di organizzazione sanitaria in cui ci sia complementarietà tra i servizi. Ci serve un ospedale che, all’occorenza, possa arrivare a 800 posti letto. Servono spazi più ampi perchè il distanziamento sociale è un indicatore con cui dovremo fare i conti. Per noi è arrivata l’ora di cronoprogrammi seri e puntuali”. Il Pd chiede che venga istituito un commissario, come per il ponte di Genova, per accelerare i tempi di realizzazione del nuovo ospedale.

Luigi Rabuffi Capogruppo Piacenza in Comune Rabuffi Sindaco: “I due ospedali che già abbiamo rischiano di diventare due buchi neri. Mi illudevo di pensare che il Covid potesse farci capire la differenza tra salute e sanità. La salute dei cittadini dovrebbe essere l’obiettivo prioritario. Il Coronavirus ha smascherato un modello di sanità che sacrifica operatori sanitari e posti letto a favore del business, quello dell’edilizia ospedaliera. Investiamo milioni di euro per un ospedale che vedremo, se va bene, 10 anni, salvo poi prendere atto di non aver dispositivi di sicurezza per il personale sanitario. Non abbiamo tamponi e reagenti e facciamo i test solo sui sintomatici mentre gli asintomatici possono uscire tranquillamente e contagiare altre persone. Sono passati 3 mesi da quando Covid ha bussato alla nostra porta trovandola aperta – spiega Rabuffi –  noi siamo qui a parlare di costruire una nuova struttura ma l’area numero sei della Farnesiana non convinceva nessuno per il consumo di suolo e la cementificazione”.

Massimo Trespidi capogruppo di Liberi: “Quando nel giugno 2016 l’allora consiglio comunale approvò il Psc non vi era traccia del nuovo ospedale. Diversi mesi prima, l’allora assessore regionale alla sanità, Sergio Venturi, cogliendo di sorpresa tutti, annunciò la costruzione del nuovo ospedale di Piacenza . Nove mesi dopo non vi è traccia di un emendamento in cui si chiedesse di introdurre l’argomento”. Trespidi punta poi il dito contro i responsabili della sanità, riferendosi al direttore generale dell’Ausl Luca Baldino: “Ci aspettiamo che il consiglio comunale venga coinvolto perché i dubbi e le domande sono tante. Spero che prima o poi qualcuno venga a spiegare come mai Piacenza conti oltre 900 morti, se ci siano state delle sottovalutazioni o errori come sia stata affrontata l’emergenza. Chi ha l’autorità e la responsabilità deve venire in consiglio e spiegare cosa è successo. Trespidi torna a parlare anche della scelta dell’area dove costruire il nuovo ospedale. “Forse dal punto di vista urbanistica sarebbe stata più indicata un’area già urbanizzata ma questo consiglio comunale bene ha fatto a scartare la ex Pertite, significava cementificare l’ultimo spazio verde presente ma anche dal punto di vista viabilistico via Emilia Pavese sarebbe stato un imbuto. Spero che alla Pertite si faccia un parco e stop non tiriamola più fuori”.

Michele Giardino (Gruppo Misto): “A chiedere per 5 anni il nuovo ospedale è stato chi ci lavora. Noi vogliamo portare avanti questo percorso e non si deve perdere altro tempo adottando magari il modello Genova”.

 

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