Da privati cittadini, attraverso l’azienda o con lo screening di massa: “Ecco i tre percorsi per i test sierologici”
15 Maggio 2020 04:30
Con l’avvio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, la Regione sta concentrando i propri sforzi sui test sierologici per capire quante persone sono venute a contatto con il Covid-19. Come spiegato dal direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Piacenza, Marco Delledonne, i percorsi attraverso i quali si può accedere a questi esami sono tre. “Il primo – ha affermato – è da privati cittadini. In questo caso ci si può rivolgere, a proprie spese, a laboratori privati autorizzati dalla Regione. Il secondo è attraverso le aziende che decidono di sottoporre i propri dipendenti al test. Il terzo è essere contattati direttamente dall’Ausl, che un paio di giorni fa ha avviato lo screening di massa su circa 100mila piacentini”.
Modalità che tuttavia hanno sollevato più di qualche interrogativo nei cittadini. Cosa deve fare, ad esempio, un privato che desidera effettuare il test sierologico? “Deve prima di tutto – ha chiarito Delledonne – farsi fare una ricetta da un medico. Con questa ricetta si reca in uno dei laboratori autorizzati privati, dove viene eseguito il test. Se l’esito è negativo significa che non ha sviluppato anticorpi, e che quindi non è mai venuto a contatto con il virus: in questo caso il percorso è finito. Se invece il risultato è positivo, l’iter procede. Il laboratorio è obbligato a segnalare la positività al dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl: contemporaneamente invita il cittadino ad andare a casa e a mettersi in isolamento, in attesa d’essere chiamato dall’Ausl per il tampone nasofaringeo. Tampone che in questo caso sarà a carico della sanità pubblica. Una procedura che vale sia per chi è positivo agli IgM, sia per chi è positivo agli IgG”.
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