Dal mare Adriatico ai Caraibi: l’incredibile traversata oceanica
02 Giugno 2020 12:43
Oltre cinque mesi di navigazione a bordo di piccole imbarcazioni a vela, tra onde lunghe e folate di vento per quasi undicimila miglia nautiche. Pochi giorni fa il piacentino Emilio Bianchi, 32 anni, ha concluso la sua traversata al largo dell’oceano Atlantico: un’adrenalinica spedizione dal mare Adriatico fino alla piccola isola di Martinica.
In queste settimane trascorse a chilometri di distanza da casa, Bianchi ha scoperto (con qualche difficoltà di comunicazione) ciò che stava accadendo nel nostro territorio: i primi contagi da Covid nel Lodigiano, lo scoppio dell’epidemia a Piacenza, la strage silenziosa e le centinaia di vittime uccise dal nemico invisibile. E anche lui, nel corso del suo viaggio, ha vissuto gli effetti del lockdown dall’altra parte del pianeta. “La spedizione si è bloccata a lungo. Sono rimasto fermo in Martinica per circa un mese. Le uniche attività aperte erano farmacie e supermercati. Dormivo sulla barca attraccata. Anche gli spostamenti tra le isole dell’arcipelago erano interdetti. E in più ricevevo le tristi notizie da Piacenza”.
Ecco riassunte le date principali della sua incredibile traversata: “Lo scorso 14 ottobre sono partito da Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia, a bordo di un catamarano. Due mesi più tardi sono arrivato a Gran Canaria, nell’oceano Atlantico, dopo una serie di problemi tecnici alla barca che hanno rallentato il percorso. Il primo di febbraio ho toccato la costa di Mindelo, una città portuale di Capo Verde, in Africa occidentale. E il 28 febbraio sono approdato in Martinica, nell’arcipelago delle Antille. Mi sono rivolto a equipaggi già organizzati. Avendo la patente nautica, ho dato una mano al timone e alla riparazione delle vele”. Bianchi è rientrato a Piacenza due settimane fa e tra pochi giorni terminerà il periodo di quarantena obbligatoria a causa del viaggio all’estero. “Ho dedicato la traversata a mio padre – conclude il ragazzo – che mi ha trasmesso la passione infinita per il mare”.
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