Nove arresti per quaranta furti: sgominata la banda di bulgari che colpì anche a Piacenza

17 Giugno 2020 16:11


Colpì anche nella provincia di Piacenza la banda di bulgari responsabile di quaranta furti di attrezzature e materiali industriali, rame e gasolio compiuti in capannoni di 17 province del Centro Nord Italia da settembre 2018 ad oggi, per un valore complessivo di due milioni di euro.
A sgominarla, i carabinieri di Siena in collaborazione con la polizia bulgara e con il supporto di Eurojust, unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea: un’indagine che ha portato all’arresto di nove uomini, tutti di nazionalità bulgara, di età compresa tra 24 e 46 anni con l’accusa di associazione per delinquere, furti e ricettazioni.
Le misure cautelari, a seguito di numerose perquisizioni, sono state eseguite cinque in Italia e quattro in Bulgaria; 150 i militari impiegati tra carabinieri italiani e poliziotti bulgari.
La gran parte della refurtiva è stata recuperata in un magazzino nel paese dell’est Europa prima di essere venduta. Indagate altre dieci persone tra italiani e bulgari perché ritenute complici e basiste della banda. A far scattare le indagini un furto di materiale industriale avvenuto nel settembre 2018 a Rapolano Terme (Siena). Tramite appostamenti, pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, fanno sapere gl investigatori, gli inquirenti hanno accertato furti compiuti nelle province di Siena, Arezzo, Ancona, Ravenna, Verona, Brescia, Pesaro Urbino, Milano, Lecco, Rovigo, Padova, Piacenza, Firenze, Parma, Macerata, Asti e Teramo.
Gli arrestati, secondo quanto riferito nel corso della conferenza stampa a cui hanno partecipato in videoconferenza rappresentanti di magistratura e polizia dall’Aja e da Sofia, dopo aver individuato e selezionato gli obiettivi da colpire, predisponevano delle batterie operative composte da trasfertisti abitualmente domiciliati in Bulgaria, i quali raggiungevano l’Italia via mare attraverso i porti di Bari, Brindisi e Ancona, per portare a termine il colpo. Subito dopo il furto riuscivano a portare la merce rubata in Bulgaria grazie ad un vasto parco macchine a loro disposizione.

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