Lo studio piacentino: “La placenta materna protegge dal Covid”
06 Luglio 2020 12:04
“La placenta materna protegge il feto dal Covid-19”. È l’esito di un importante studio scientifico condotto dal dipartimento materno infantile dell’Asl di Piacenza, in attesa di pubblicazione su una prestigiosa rivista internazionale. “Dati alla mano – spiega il primario Giacomo Biasucci – emerge l’alta improbabilità di trasmissione verticale nell’utero, da mamma a figlio, del virus Sars-CoV-2”.
“Dal 24 febbraio scorso, giorno in cui una mamma positiva al Coronavirus ha partorito a Piacenza senza problemi per la prima volta al mondo fuori dalla Cina – ricorda Biasucci -, ci sono state ventuno gravidanze di mamme positive o infette nelle settimane precedenti. Tra queste, nessun neonato è venuto al mondo con il contagio da Covid. Solo due bambini hanno contratto l’infezione dopo la nascita, guarendo in tempi rapidissimi, nell’arco di una settimana. Si tratta di un quadro statistico di rilievo, anche rispetto ad altri centri più grossi a livello nazionale”.
Durante il periodo di lockdown da Covid, in particolare nel mese di marzo, c’è stato un lieve calo di gravidanze nel reparto ospedaliero di Piacenza, “complice la paura di alcune future mamme – osserva il primario – di recarsi nel nostro nosocomio così travolto dall’ondata pandemica. C’è chi ha preferito il parto in casa, e chi è emigrata verso altre strutture meno coinvolte dall’emergenza”. Biasucci vuole però rimarcare che “fin dal primo momento il reparto di maternità si è dotato di percorsi sicuri, non a caso è stato l’unico risparmiato dal Coronavirus”.
Il primario del dipartimento ha vissuto sulla propria pelle gli effetti del contagio: “Mi sono ammalato all’inizio dell’allerta, per fortuna senza gravi conseguenze. Ho trascorso giorni di stanchezza, sonnolenza, dolori muscolari, perdita del gusto, nausea e mal di testa. Il Covid, insomma, mi ha condotto a una condizione a dir poco debilitante. E la mente ha fatto la sua parte: nonostante la razionalità imposta dalla mia professione, non conoscevo l’evoluzione di questo nemico invisibile e rischiavo di farmi prendere dal panico”.
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