Ragazzine costrette a prostituirsi, la “madama” condannata a otto anni

27 Luglio 2020 04:09

Una triste storia di prostituzione è quella emersa nel corso di un processo che ha visto imputata una donna di 29 anni, condannata a Bologna a 8 anni con rito abbreviato per sfruttamento della prostituzione.

Nella vicenda coinvolte due giovani, di cui una, residente a Piacenza. “Miriam”, nome di fantasia” ha 20 anni quando gli zii con i quali vive in Nigeria si accordano con una loro conoscente per mandarla in Italia. Ed è subito chiaro cosa andrà a fare Miriam nel nostro Paese: dovrà prostituirsi. Lei rifiuta, ma gli zii la picchiano, la minacciano e la costringono a fare un giuramento che la vincolerà a pagare 25mila euro alla donna che organizzerà il viaggio. È l’aprile del 2017 quando la ragazza parte. Arriva in Libia, attraversa il Mediterraneo su un barcone, approda sulle coste italiane e infine viene mandata in un centro d’accoglienza in Sardegna. Con sé ha un numero di cellulare. È quello della figlia dell’amica di famiglia alla quale ha fatto il giuramento. Una volta contattata, la donna organizza la fuga dal centro di accoglienza e la fa portare a Piacenza. Sarà ospite a casa della “madama”, come Miriam la chiama. E in quel moento inizia la sua nuova vita. Una vita fatta di sofferenze e umiliazioni. Viene mandata sulla Caorsana a prostituirsi. Finché un giorno una pattuglia della polizia la porta in questura per essere fotosegnalata e lei racconta la sua storia. È la svolta per lasciare definitivamente la strada.

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