Barche vietate nelle lanche del Po. “Cartelli tolti da chi voleva approfittarne”
24 Agosto 2020 13:02
“I cartelli di regolamentazione della pesca nelle lanche e nelle cave lungo il Po sono spariti, probabilmente tolti da qualcuno che così poteva approfittarsene” E’ Alessandro Gambazza, dirigente del servizio di vigilanza del gruppo piacentino dell’associazione Carp Fishing Italia, a spiegare che “senza cartelli trovavamo spesso pescatori in barca in queste zone, ma non potevamo elevare sanzioni”.
Un tempo nel tratto piacentino del fiume c’erano i cartelli che indicavano che si tratta di acque classificate con la lettera B, che vietata l’uso di imbarcazioni. Ma quei cartelli piano piano sono spariti. Ora gli agenti ittici e ambientali dell’associazione, guidata da Mauro Beghi, sono corsi ai ripari e hanno rimesso tutte le targhe nelle lanche di Soarza, Isola Giarola e Spezzetta, nei comuni di Castelvetro e Villanova.
L’operazione di posa è stata svolta durante un servizio di vigilanza iniziato alle 15 di venerdì 21 agosto e terminato alle 2,30 di sabato, durante il quale hanno controllato 15 pescatori, tutti romeni, ed elevato un verbale perché uno di loro pescava con un amo non regolare.
“Da dieci anni coordino il gruppo di vigilanza e devo dire che negli ultimi quattro-cinque anni la situazione sul tratto piacentino del Po è molto migliorata – spiega Gambazza -. Prima era frequente trovare pescatori senza licenza, ma soprattutto riscontrare l’uso di attrezzi vietati, come reti, nasse o coordini. I trasgressori erano quasi sempre persone dell’Est Europa, provenienti da Romania, Bulgaria e Ungheria. Ora questi fenomeni sono quasi scomparsi. E infatti, se in passato arrivavamo a fare dai 50 ai 70 verbali all’anno, adesso ne facciamo a malapena una decina”.
Ma nello stesso tempo, sottolinea il responsabile della vigilanza, è molto calato il numero dei pescatori sul Po. “Un tempo ne potevamo incontrare una sessantina in una giornata, ora se ne trovano sei o sette. E se ci sono meno pescatori, e se quelli che sono rimasti osservano le regole, è perché la vigilanza in provincia di Piacenza è costante – conclude Gambazza. Ci siamo noi, ma ci sono anche i controlli istituzionali delle guardie provinciali e dei carabinieri forestali”.
Un altro problema era quello dell’abbandono di rifiuti sulle sponde. Qualche volta succede ancora, sottolinea Gambazza, ma anche questo problema è in calo, soprattutto con riferimento ai rifiuti lasciati dai pescatori.
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