“Nuovi bidelli, contratti-mannaia: disoccupati in caso di stop alle lezioni”
02 Ottobre 2020 00:15
I sindacati piacentini li chiamano “contratti-mannaia”. Perché da un momento all’altro, in caso di lockdown, possono interrompersi. In città e provincia, non a caso, l’assunzione dei nuovi bidelli è avvenuta con parecchie difficoltà. Eppure i collaboratori scolastici – oggi più che mai – sono fondamentali per tutte le operazioni di disinfezione e sorveglianza imposte dalle norme anti-Covid. “Ma i bidelli aggiuntivi per l’emergenza sanitaria devono accontentarsi solo di incarichi di lavoro validi fino al 5 giugno, cioè l’ultimo giorno di scuola. Senza tuttavia garanzie certe nemmeno per questi pochi mesi”, segnala Paola Votto, segretario territoriale della Cisl Scuola. “Se le autorità dovessero stabilire ancora la sospensione delle attività didattiche per una seconda ondata di pandemia – aggiunge la sindacalista – ci sarebbe infatti la rescissione automatica dei contratti. E lo stesso trattamento, purtroppo, vale per i rinforzi di docenti in seguito all’allerta da Covid. Questa clausola comporta ulteriore precarietà e sta creando diversi ostacoli nel reperimento di nuovi collaboratori scolastici. Gli istituti, peraltro, li ricercano in graduatorie stilate ben tre anni fa: molte persone non se la sentono di mollare l’eventuale posto di lavoro ricoperto oggi per avventurarsi in un’esperienza professionale priva di tutele”.
Il problema viene sollevato anche da Giovanni Zavattoni, referente della Flc Cgil di Piacenza: “Si tratta di contratti deboli, in balìa dell’evoluzione epidemiologica. Le scuole stanno quindi assumendo persone disoccupate, con punteggi bassi in graduatoria, perché queste condizioni sfavorevoli scoraggiano ad accettare l’incarico. E l’iter d’inserimento del personale aggiuntivo – il cosiddetto organico Covid – procede a rilento, tanto che in alcuni istituti piacentini mancano i bidelli per gestire al meglio l’igienizzazione e lo scaglionamento degli ingressi”. Un quadro confermato da Giovanna De Fusco di Uil Scuola: “Ci sono difficoltà nel rintracciare i collaboratori scolastici in più richiesti per l’emergenza sanitaria. Il punto è che, se la didattica viene sospesa, loro non sono retribuiti”.
PERSONALE COVID – In totale, le scuole di Piacenza e provincia hanno ricevuto 9.414.365 euro per una dotazione media – calcola il sindacato Cisl – di circa undici bidelli e quattro docenti in più per ogni istituto. I presidi assumono l’organico aggiunto tenendo conto del budget assegnato. I contratti per i collaboratori scolastici sono autorizzati esclusivamente al fine di intensificare le pulizie e l’igienizzazione degli ambienti, di assicurare la vigilanza del maggior numero di aule o di gruppi oppure di regolare gli accessi in ottica anti-assembramento. Questi accordi di lavoro vengono risolti in caso di nuovo lockdown, e possono eventualmente riprendere con la riapertura della scuola. “Per fortuna – puntualizza Zavattoni della Flc Cgil – le istituzioni hanno introdotto la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali nel caso di chiusura”.
“CONFUSIONE BUROCRATICA” – Il preside dell’Isii Marconi di Piacenza Mauro Monti non nasconde gli intoppi incontrati nel processo di selezione dei “bidelli Covid”: per adesso, infatti, l’istituto tecnico di via IV Novembre ne ha assunti solo tre su sette. “Parecchie persone non hanno accettato, molte di loro abitano in altre regioni d’Italia e dovrebbero trasferirsi a Piacenza a fronte di poche garanzie contrattuali. Anche per l’individuazione dei docenti Covid abbiamo registrato qualche resistenza burocratica”. Altri presidi piacentini minimizzano il problema: “Tutto ok, alla fine abbiamo trovato i collaboratori scolastici aggiuntivi”, ripetono i dirigenti di Casali, Romagnosi, Volta di Castel San Giovanni e Rivergaro.
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