“Oltre al Covid anche il ponte crollato: è un incubo”. Un day after carico di rabbia

04 Ottobre 2020 03:31

Un misto di rabbia e incredulità. Sono i sentimenti principali che hanno caratterizzato le ore immediatamente successive al crollo di ponte Lenzino di ieri pomeriggio, sabato 3 ottobre, nel comune di Cerignale, sul confine con quello di Cortebrugnatella. Un cedimento strutturale che ha provocato il crollo della campata centrale: una tragedia soltanto sfiorata grazie al fatto che in quei secondi, nessun veicolo fosse in transito sul viadotto.

Forte la preoccupazione in queste ore da parte degli operatori economici che vedono a forte rischio la loro attività: il percorso alternativo per ovviare al crollo del ponte significa 15 chilometri in più per raggiungere Piacenza e ovviamente per compiere il percorso inverso.

Ieri si sono susseguiti i sopralluoghi da parte dei rappresentanti delle istituzioni e dei tecnici di Anas che gestisce la manutenzione della Statale 45. In serata anche l’assessore regionale Irene Priolo ha raggiunto il luogo del disastro. “Il ponte è gestito da Anas ma la Regione farà la sua parte, si tratta di un collegamento essenziale” ha detto l’assessore.

Proprio Anas nel frattempo ha annunciato l’avvio di una indagine interna, in attesa che anche la Procura, come avviene in queste circostanze, annunci l’apertura di un fascicolo d’indagine per accertare eventuali responsabilità.

Come noto il ponte è stato oggetto di numerosi interventi e non più tardi di un anno fa era stato esteso ai mezzi pesanti fino a 44 tonnellate il transito sul ponte. Il provvedimento era stato assunto dopo l’analisi dei risultati dei test condotti sull’infrastruttura.

“Ho paura a domandare quanto tempo sarà necessario per la ricostruzione: siamo in piena emergenza Covid e questo crollo ci fa ripiombare in un autentico incubo” ha detto ieri una barista la cui attività si trova proprio a ridosso del ponte collassato.

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