I commercianti: “Ancora sacrifici. Servono compensazioni e controlli”
19 Ottobre 2020 15:16
Chiusura alle 24 ma dalle 18 solo servizio ai tavoli. Tavoli che non potranno ospitare più di sei persone. E’ in estrema sintesi il contenuto del nuovo decreto ministeriale per il comparto della ristorazione presentato ieri sera, domenica 18 ottobre, dal premier Giuseppe Conte.
Fipe, Federazioene Italiana Pubblici Esercizi – “Temevamo che il dpcm indicasse la chiusura dei locali alle 22. E’ rimasta alle 24 ma in questo modo, il comparto dei locali serali viene messo fortemente in crisi e non viene dato niente per sopravvivere – ha dichiarato Cristian Lertora, presidente della Fipe -. Chi apre alle 18 e deve chiudere alle 24 ha comunque delle spese fisse, non dobbiamo pensare solo a Iva, tasse, contributi. Ci sono anche spese come affitto e bollette, senza compensazione è dura stare in piedi. Servono anche forme di sostegno al reddito per i dipendenti. Se esce un decreto ogni due giorni vuol dire che non c’è una strategia”.
“Ci spaventa molto anche l sospensione di sagre, fiere e convegni – aggiunge il presidente dell’Unione Commercianti, Raffaele Chiappa -. La categoria degli albergatori iniziava leggermente a riprendersi ma con queste restrizioni è molto penalizzata. I sindaci avranno la possibilità di decidere di chiudere alcune vie dalle 21, siamo a disposizione per confrontarci perché in quelle vie ci sono molti nostri associati. Ovviamente chiediamo un’immediata forma di sostegno economico come compensazione, è una richiesta che abbiamo avanzato da tempo”
Confesercenti – “E’ inevitabile un calo del lavoro – aggiunge Nicolò Maserati, presidente Confesercenti -. Sopporteremo ancora ma speriamo che i ristori annunciati siano messi effettivamente sul tavolo per sopperire al taglio. Ne avremmo fatto a meno ma la salute viene prima di tutto. Noi chiediamo più controlli all’esterno perché pensiamo che i contagi non avvengano all’interno dei locali, noi siamo certi che i nostri operatori lavorano nel rispetto delle norme. Facciamo l’ennesimo sacrificio sperando di avere gli aiuti di Stato e speriamo che la gente si responsabilizzi anche all’esterno dei locali.
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