Ausl di Piacenza, ecco il piano per la sanità post-Covid: “Pronti oltre 60 milioni”. Terapia intensiva triplicata
27 Ottobre 2020 16:19
Ristrutturazione della terapia intensiva, fabbisogno di spazi, potenziamento della rete territoriale e potenziamento tecnologico. Sono le quattro esigenze su cui si concentra il piano degli investimenti strutturali e tecnologici post-Covid dell’Ausl di Piacenza, presentato dal direttore generale Luca Baldino alla conferenza territoriale sociosanitaria di lunedì 26 ottobre. La sfida è di vitale importanza: riuscire a preparare le strutture per poter gestire gli eventi anche negli scenari peggiori.
“Per la realizzazione di tutti gli interventi – interviene Baldino – sono già stati acquisiti contributi regionali e statali per oltre 63 milioni di euro, stiamo dialogando con la Regione per il reperimento dei finanziamenti ancora necessari”.
L’area delle terapie intensive e subintensive – Al 31 dicembre dell’anno scorso, l’Ausl di Piacenza disponeva di 17 posti letto di terapia intensiva, di cui 15 utilizzati stabilmente. Ora, dopo gli interventi già compiuti negli ospedali di Piacenza, Castel San Giovanni e Fiorenzuola, la potenzialità massima totale è di 55 posti letto di terapia intensiva.
Lavori in corso in Val d’Arda e Val Tidone – A Fiorenzuola si sta provvedendo all’adeguamento impiantistico per quanto riguarda il numero di ricambi d’aria e la pressione negativa nelle stanze per i trattamenti ventilatori ad alto flusso ricavando così 8 posti letto di area critica, potenziabili a semi-intensiva. A Castello si prevede la ristrutturazione di 12 posti letto di area critica. Il costo complessivo di questi interventi ammonta a poco più di quattro milioni di euro.
Ospedale di Piacenza in difficoltà – “Il presidio ospedaliero di Piacenza – specifica l’Ausl – risulta in sofferenza per quanto riguarda tutti gli aspetti infrastrutturali (logistica, impianti, sale operatorie, spazi fisici nei reparti) cui si aggiunge la criticità, dovuta alla posizione prossima al centro storico cittadino, relativa alla difficile accessibilità per l’utenza e gli stessi operatori. L’esigenza di garantire idonei percorsi di accesso e di trasferimento tra diverse strutture e reparti (limitandone i punti di accesso), assicurare tempestivamente l’isolamento dei casi positivi o non ancora accertati (stanze singole e reparti intermedi) e il distanziamento tra i pazienti (accessi ambulatoriali diluiti e distanziati) sono misure indispensabili per garantire lo svolgimento delle attività sanitarie in condizioni di sicurezza”. Ecco perché, in città, l’Ausl prevede questi interventi: potenziamento del reparto di patologia neonatale, ristrutturazione della geriatria, costruzione del polo unico radiologico, realizzazione dell’area endoscopica unica all’interno del polichirurgico, nonché di una nuova sala di dialisi, sistemazione delle cinque sale operatorie non ancora ammodernate e costruzione del nuovo punto prelievi e della “Casa del donatore”.
La seconda Casa della salute di Piacenza – Il progetto prevede la realizzazione di una seconda Casa della salute nella zona sud-est della città, area oggi meno coperta dalla rete di offerta aziendale. L’idea è di realizzare una struttura importante (pari a circa 4.500 metri quadrati) che possa ospitare, oltre le normali attività, anche la sede per alcuni poliambulatoriali a servizio di Piacenza.
La presidente della conferenza sociosanitaria Lucia Fontana, i sindaci Patrizia Barbieri (Piacenza) e Romeo Gandolfi (Fiorenzuola) chiedono alle istituzioni regionali e nazionali il pieno sostegno degli interventi previsti: “Bisogna poter dare il via quanto prima a tutte le opere e fornire così una risposta concreta al nostro territorio e a tutti i medici e operatori sanitari che hanno combattuto e stanno combattendo in prima linea questa emergenza”.
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