Frode da 1,8 milioni per una cooperativa piacentina: nove denunce
06 Novembre 2020 13:22
Nove persone denunciate e 1,8 milioni di euro di beni sequestrati.
Questo il risultato di una complessa indagine della guardia di finanza di Piacenza, che ha consentito di portare alla luce un complesso sistema di frode fiscale, attuato da una cooperativa piacentina, operante nel settore del facchinaggio e magazzinaggio, mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e compensazione di falsi crediti tributari.
Uno stratagemma che, secondo le Fiamme gialle, ha consentito di evadere imposte e contributi per oltre 1 milione 800mila euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno portato alla scoperta di una fitta rete di società “cartiere” emiliane, prive di struttura organizzativa e intestate a prestanome gravati da numerosi precedenti. Queste scatole vuote, utilizzando fatture per operazioni inesistenti, generavano falsi crediti di imposta riportati, sistematicamente, nelle dichiarazioni fiscali. “Tali crediti – spiegano i finanzieri – venivano successivamente ceduti al cosiddetto “beneficiario della frode”, ossia la cooperativa piacentina, attraverso la stipula di contratti di “accollo”, all’apparenza ineccepibili, nei quali il fittizio credito tributario veniva certificato come genuino da compiacenti professionisti”
Questi ultimi, veri promotori della frode, consentivano alla cooperativa, dietro lauti compensi, di abbattere solo formalmente gli ingenti debiti fiscali maturati nei confronti dell’erario, utilizzando, in compensazione, i falsi crediti.
E’ stato inoltre accertato che l’indebito risparmio d’imposta, frutto dell’evasione fiscale, veniva immediatamente riciclato per l’acquisto di beni mobili e immobili intestati a prestanome riconducibili alla cooperativa.
Nove le persone ritenute a vario titolo responsabili di reati fiscali e autoriciclaggio. E’ inoltre scattato il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di appartamenti, auto e disponibilità finanziarie per 1,8 milioni, quali profitto dell’illecita attività.
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