Covid, Inail riconosce la retroattività dell’infortunio sul lavoro
16 Novembre 2020 16:30
Il tempo trascorso a casa a causa del virus Covid-19, anche se non ancora riconosciuto come tale a causa dei tempi di attesa del tampone, e l’eventuale danno biologico permanente conseguente al contagio, vengono riconosciuti dall’Inail come infortunio sul lavoro per le persone che svolgono la professione sanitaria e contraggono il virus. Non solo: la novità è che tale riconoscimento è retroattivo dal momento dei contagio.
Un riconoscimento frutto della richiesta del Patronato Epaca di Coldiretti -convenzionato con Nursind, il sindacato delle professioni sanitarie – che ha raccolto alcuni casi di operatori sanitari che presentando sintomi riconducibili al Covid erano stati posti in isolamento domiciliare e non avevano potuto effettuare subito il tampone a causa della situazione di difficoltà nello svolgimento di tali accertamenti. In questi casi, molto spesso, il datore di lavoro, anziché effettuare la segnalazione del possibile infortunio all’Inail, si era limitato a mettere il lavoratore in malattia.
Il Patronato Epaca – al quale possono aderire tutti i cittadini, non solo gli associati Coldiretti – ha quindi richiesto all’Inail la tutela retroattiva sin dal primo periodo di assenza dal lavoro, in quanto i sintomi erano assolutamente riconducibili all’infezione da coronavirus. L’ente ha accolto questa tipologia di segnalazioni consentendo al lavoratore di recuperare anche la parte economica che, in caso di malattia, non viene riconosciuta. Inoltre, nel caso in cui dovessero insorgere complicanze anche future collegabili all’infezione, avendo ottenuto il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, il lavoratore potrà legittimamente richiedere l’erogazione dell’indennizzo derivante dal danno biologico conseguente.
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