Scoperti dieci furbetti del “buono spesa”. Alcuni percepivano 4mila euro al mese
20 Novembre 2020 15:59
Scoperti dalla Guardia di Finanza di Piacenza dieci “furbetti del buono spesa”, tra i beneficiari anche chi percepiva oltre 4mila euro al mese. Si tratta di bonus di un valore fino a 500 euro erogati dai comuni alle famiglie più esposte agli effetti economici derivanti dalla pandemia di Coronavirus in corso e destinati all’acquisto di generi di prima necessità nel settore alimentare e farmaceutico.
I finanzieri di Castel San Giovanni, dopo aver avviato mirate interlocuzioni con le amministrazioni locali del territorio ed aver ottenuto l’elenco dei beneficiari del sussidio, hanno raffrontato i dati dichiarati dai percettori e quelli risultanti dalle banche dati in uso al Corpo, scoprendo che dieci nuclei familiari, attraverso la presentazione di autocertificazioni recanti dati non veritieri, hanno fraudolentemente dichiarato di non avere fonti di sostentamento finanziario e di trovarsi in gravi difficoltà economiche, tali da non consentire l’approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità. I controlli eseguiti hanno fatto emergere, invece, che uno o più componenti dei nuclei familiari destinatari del sussidio, hanno regolarmente percepito uno stipendio, anche per importi cospicui, a fronte di rapporti d’impiego regolarmente in essere, ovvero sono risultati già percettori di indennità di disoccupazione o beneficiari di altre prestazioni sociali agevolate non cumulabili con il bonus spesa.
Tra le altre, risulta emblematica l’istanza presentata da un nucleo familiare residente a Castel San Giovanni il quale, autocertificando il proprio stato d’indigenza, tale da non consentirgli di far fronte alle spese di prima necessità, ha percepito un bonus di 380 euro. In realtà, le indagini condotte dai finanzieri, hanno accertato come il reddito familiare superasse abbondantemente i 4mila euro mensili derivante da tre rapporti di lavoro dipendente e da un canone di locazione relativo ad un immobile di proprietà ubicato a Milano. Le irregolarità sono state sanzionate.
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