“Nato disabile, Vasco mi ha salvato”: una delega ad hoc al consigliere Rabboni
23 Novembre 2020 18:18
“Purtroppo”. Francesco Rabboni, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Piacenza, antepone questa parola a tutta la sua testimonianza di vita. Lo continua a ripetere: “Purtroppo, i miei genitori si sono trovati costretti ad assistermi ogni giorno. Purtroppo, molte persone hanno subìto la mia condizione”. Rabboni, 39 anni, soffre di tetraparesi spastica dalla nascita: “Durante il parto prematuro, sono stato estratto dal grembo materno a fatica. L’uso della ventosa mi ha causato gravi danni cerebrali, poi in ospedale a Parma i medici mi hanno salvato la vita in extremis”. A lui il sindaco Patrizia Barbieri ha deciso di affidare la delega alla disabilità, un incarico ufficializzato oggi dopo diverse polemiche politiche. “Ne sono orgoglioso, voglio dare il massimo per rappresentare questa tematica”. Una situazione – quella dei portatori di handicap – che il consigliere comunale conosce sulla sua pelle. “Purtroppo – dice ancora – sono nato così. Ma ho imparato a stare bene con me stesso”.
Rabboni ripercorre la sua storia personale. “La disabilità è una condizione di vita che viene vissuta soprattutto da chi ci sta attorno, come la famiglia e gli amici. Io, in fondo, ho solo questa percezione. Per le persone accanto a me, invece, rischio di essere un peso”. Il 39enne si muove con il tetrapode, un bastone con quattro piedi che garantisce maggiore stabilità. “Riesco anche a guidare, ma non in viaggi lunghi”. Sono conquiste quotidiane ottenute con tanti sacrifici: “Dai quattro ai sedici anni, ho attraversato un periodo difficile. Mi sono sottoposto a diverse operazioni chirurgiche, grazie alle quali adesso non giro in carrozzina. Nei momenti più brutti, il tifo per il Piacenza Calcio e le canzoni di Vasco mi hanno aiutato a ritrovare la forza. E tuttora lo fanno. Ho assistito a quasi novanta concerti, 86 per l’esattezza. La musica è salvifica”.
Il consigliere con delega alla disabilità ringrazia i suoi amici: “Sono straordinari, mi sostengono sempre”. E poi confessa la preoccupazione – comune a molti altri cittadini invalidi – per ciò che succederà dopo la morte dei suoi genitori: “Pensare a quando non ci saranno più, in effetti, mi destabilizza… Da un po’ di tempo, sto cercando di ritagliarmi spazi di autonomia. In estate, mentre mia madre e mio padre sono in campagna, resto in città da solo. Mi devo abituare, non è facile”. Le rivincite, comunque, non sono mancate: “L’elezione in consiglio comunale nel 2017 – sottolinea Rabboni – è una di queste. D’ora in poi, dunque, mi dedicherò anche alla delega alla disabilità, collaborando con gli assessori competenti. Ringrazio il sindaco per la fiducia e il mio partito, al quale mi lega un forte senso d’appartenenza. Spero di poter essere utile alla collettività. Una priorità? Rendere il trasporto pubblico più accessibile”.
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