Le ostetriche: “Nell’emergenza solo le nostre mani e la voce”
26 Dicembre 2020 11:05
“Almeno lei resterà con noi?” è la domanda che si è sentita rivolgere un’ostetrica in piena pandemia da Covid. Era un futuro papà preoccupato perché la moglie, in procinto di partorire, chiedeva la partoanalgesia ma tutti gli anestesisti erano impegnati a fare l’impossibile per le vite che si stavano spegnendo a causa del virus, in alternativa la donna ha richiesto il parto in acqua ma anche le vasche non si potevano utilizzare per ragioni di sicurezza.
“Abbiamo riscoperto il nostro sapere ostetrico – ha raccontato Marina Cigalla -; avevamo a disposizione solo le nostre mani e la nostra voce. Potevamo fare massaggi, incoraggiare le donne, far cambiare posizione e alla fine le neomamme ci hanno inviato tantissimi biglietti di ringraziamento” . La gioia di una nuova nascita si materializzava a pochi metri dalla disperazione della morte in solitudine di tanti pazienti vinti dal Covid. In ospedale a Piacenza è andata così in questo 2020, contrassegnato dalla pandemia che ha provocato dolore nel nostro territorio, uno tra i primi a subire l’onda travolgente della malattia sconosciuta. Fino al 21 febbraio le future mamme potevano scegliere come partorire, da quella data in poi, talvolta la scelta è stata obbligata.
Il reparto ha subito molte trasformazioni per garantire la sicurezza contro il virus. “Ci siamo ritrovate anche di notte a riorganizzare il reparto – ha spiegato la coordinatrice Daniela Russo – all’inizio è stato molto difficile anche noi. C’è stata anche molta paura, in alcuni periodi avevamo più partorienti positive al Covid che negative. Talvolta abbiamo dovuto cambiare le stanze alle neomamme nel corso della giornata. Non è stato semplice nemmeno organizzare le presenze dei papà. Inoltre ci siamo dovute adeguare alle nuove modalità di lavoro con tute, maschere e doppi guanti ma ormai rappresentano la nostra nuova normalità”.
Tra le notizie rassicuranti per molte mamme è che in base agli studi, la positività solo in rari casi si trasmette al neonato. Per evitare il rischio contagio il reparto, come il resto dell’ospedale, è stato chiuso alle visite e così i neonati sono rimasti sempre con le mamme e negli orari prestabiliti anche con i papà. La pandemia, in questo caso, ha regalato una dimensione più intima e silenziosa nei primi giorni di vita dei nuovi nati nell’anno più difficile.
All’ospedale di Piacenza nel 2020 sono nati oltre 1.800 bambini.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà