“Noi malati nell’ombra: sindrome di Ménière dimenticata”
14 Gennaio 2021 00:05
Vertigini incontrollabili, sordità improvvisa e malessere diffuso. Un processo di peggioramento neuro-sensoriale che accomuna i malati della sindrome di Ménière, così chiamata dal nome del medico francese Prosper Ménière che la descrisse per primo nel 1861. Tra questi pazienti c’è il piacentino Stefano Cagnoni, 57 anni, che sostiene la realizzazione di un cortometraggio su questa “malattia rara, dimenticata ogni giorno, soprattutto nei mesi del Covid”. La produzione del docufilm, promossa dall’attrice milanese Giovanna Gianolli, può essere finanziata con una donazione libera sulla piattaforma online www.eppela.com, ricercando la pagina “E poi arriva Menny”.
“È importante farlo – spiega il piacentino Cagnoni, operatore del settore caseario – perché questa sindrome sconvolge la vita. A me è successo un anno fa, quando sono crollato sul posto di lavoro. Mi girava la testa, sudavo freddo, non riuscivo a camminare. I medici mi hanno diagnosticato la sindrome di Meniére, un vero e proprio calvario. Ho perso il cinquanta per cento dell’udito nell’orecchio destro, e la situazione è destinata a peggiorare. Non esiste una cura, prendo solo qualche pastiglia per attenuare il malessere. Ho paura di andare in bici o passeggiare col cane, perché potrei svenire da un momento all’altro. Mi sento un malato nell’ombra, spero che il cortometraggio riesca a sensibilizzare la popolazione e supportare la ricerca”.
Dal punto di vista formale, il ministero della salute non ha ancora riconosciuto la sindrome di Menière come patologia cronica invalidante.
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