Ore 18.05, arriva la polizia dalla barista “ribelle”. “Questa protesta per noi era l’ultima spiaggia”
15 Gennaio 2021 19:12
Sono da poco passate le 18.00 e il bar ha ancora la saracinesca alzata. All’interno qualche cliente guardingo sta finendo di bere il suo drink. Da dietro l’angolo spuntano tre pattuglie della polizia di Stato e della polizia locale: gli agenti entrano nel locale e redigono un verbale di ispezione. Qualche avventore se ne va senza guardarsi indietro, qualcun altro invece rimane seduto al tavolo, osservando la scena in silenzio.
“Non c’è molto da dire. Questa protesta, per noi, è l’ultima spiaggia: non ci rimane altro. Peggio di così non può andare” spiega ai nostri microfoni la titolare, Melissa Delfanti. Lei stessa si è fatta portavoce a Piacenza della campagna “Ioapro1501”, che prevedeva di aprire bar e ristoranti al pubblico da oggi nonostante i divieti del Dpcm. Secondo una prima stima sono stati pochissimi gli esercenti piacentini che hanno aderito a questa campagna di “disobbedienza”.
“Ho deciso di tenere alzata la saracinesca perché il rischio di chiuderla per sempre è molto alto – ha proseguito la barista -. Tra l’altro, da domani, sarà anche vietata la vendita di bevande e alcolici da asporto dopo le 18.00. Non sappiamo più come commentare queste decisioni. Se un locale rispetta le norme del distanziamento e adotta tutte le precauzioni, perché deve chiudere?”.
I controlli delle forze dell’ordine, con l’ausilio dei colleghi della Guardia di Finanza, sono invece proseguiti per le vie della città. Sul bar sono in corso accertamenti.
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