Tratta di persone e schiavitù. Al via i processi a Piacenza Expo
15 Gennaio 2021 17:43
Hanno preso il via oggi venerdì 15 gennaio, con un processo sullo sfruttamento della prostituzione, le udienze in Corte d’Assise presso la sede di Piacenza Expo, identificata dai vertici degli uffici giudiziari piacentini come sede, almeno fino alla fine di marzo.
L’udienza odierna ha visto imputati quattro nigeriani – due uomini e due donne – accusati di riduzione o mantenimento in schiavitù, tratta di persone, acquisto o alienazione di schiavi. Reati che il codice penale italiano punisce con molta severità: ciascuno di essi prevede pene che vanno dagli otto ai vent’anni. Si aggiungono i reati di sfruttamento della prostituzione (sulla base della cosiddetta legge Merlin del 1958) e violazioni delle norme sull’immigrazione.
Vittime di tali reati 6 ragazze nigeriane, che oggi hanno tra 23 e 31 anni, ma anche in alcuni casi sono state oggetto di tratta dal loro Paese all’Italia e messe sulla strada quando erano ancora minorenni. Le giovani erano state vincolate attraverso riti tribali e indotte alla prostituzione per ripagare i debiti che avevano contratto in patria a causa dei riti.
Due di loro si sono costituite parte civile. Anche il Comune di Piacenza si è costituito chiedendo il risarcimento sia al danno materiale, per i costi relativi al progetto “Oltre la strada”, sia per il danno d’immagine alla città. Durante l’udienza è stata ascoltata una psicologa del progetto che ha raccolto e raccontato le testimonianze delle ragazze, descrivendo dettagli drammatici delle modalità di sfruttamento. Nel caso di condanna e di risarcimento, i soldi ottenuti andranno a sostenere un capitolo di spesa per i disabili adulti.
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