Con la pandemia cala lo spreco alimentare. Aumentano gli Empori solidali
05 Febbraio 2021 00:05
La Regione Emilia-Romagna in occasione della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare (venerdì 5 febbraio) si appresta a rinnovare, rafforzandoli, gli impegni e gli obiettivi fissati: recupero e ridistribuzione delle eccedenze, sensibilizzazione dei consumatori nell’acquisto e nel consumo consapevole di cibo, educazione alimentare dei più piccoli, maggior sostegno agli Empori solidali regionali:
“Lo spreco alimentare ha conseguenze non solo etiche, economiche, sociali e nutrizionali ma anche sanitarie e ambientali, dal momento che le enormi quantità di cibo non consumato contribuiscono fortemente ai cambiamenti climatici e al rischio dell’integrità ambientale- sottolineano la vicepresidente della Regione con delega al Welfare e all’emergenza climatica, Elly Schlein, e l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi-, ed è per questo che la Regione Emilia-Romagna da diversi anni è impegnata sul versante della lotta allo spreco e del recupero alimentare come dimostra il primo bando per la solidarietà e il recupero alimentare dello scorso dicembre”.
“Continueremo ad impegnarci su questi temi – aggiungono Schlein e Mammi – potenziando le reti e i fondi esistenti, come già è stato fatto con il settore agricolo, integrando risorse pubbliche e private, per individuare nuovi strumenti e competenze diverse, perché il problema della lotta agli sprechi e alla povertà alimentare è complesso e la risposta non può che essere multidimensionale e coinvolgere tutti i soggetti del territorio, a partire da quelli che operano in ambito sociale, agricolo, ambientale”.
Quest’anno, in occasione dell’appuntamento di sensibilizzazione al tema, una buona notizia arriva dai dati dell’Osservatorio ‘Waste Watcher’ dell’Università di Bologna-Last Minute Market (Osservatorio ideato e diretto dal professor Andrea Segrè, che dal 2013 conduce monitoraggi annuali sullo spreco alimentare domestico e le abitudini degli italiani in rapporto alla gestione e fruizione del cibo), secondo i quali in Italia lo spreco di cibo, per la prima volta, è in diminuzione.
La ricerca di Waste Watcher
Dalla ricerca ‘Spreco, il caso Italia’ di Waste Watcher, condotta su dati Ipsos, in vista della Giornata contro lo spreco alimentare, emerge che nel 2020, caratterizzato dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, sono stati sprecati solo 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), l’11,78% in meno rispetto al 2019. E, sempre dalla ricerca, si rileva che gli italiani si stanno dimostrando più consapevoli nell’utilizzo del cibo, tanto che otto italiani su dieci dichiarano di non sprecarlo quasi mai, o al massimo una volta alla settimana. Se questo succede, ad essere sprecata è soprattutto la frutta fresca (37%), seguita da verdura fresca (28,1%), cipolle aglio e tuberi (25%), insalata (21%) e dal pane fresco (21%).
Le iniziative della Regione
Lo spreco alimentare si verifica lungo tutta la catena di approvvigionamento, raccolta, stoccaggio, trasporto, trasformazione, distribuzione del cibo, fino al consumo da parte dei singoli. Per la Regione Emilia-Romagna, occorre quindi lavorare anche sulla sponda delle imprese di produzione e distribuzione: i possibili “donatori” di cibo, promuovendo una rete di aziende disposte a donare o a fornire i prodotti in eccedenza.
Va in questa direzione il progetto dell’assessorato all’Agricoltura, che ha coinvolto 11 mila aziende agricole dell’Emilia-Romagna. Il progetto consiste nel riconoscere alle aziende agricole associate in Organizzazioni di Produttori (26 in regione), disposte a cedere, in cambio di una compensazione in denaro,i prodotti ortofrutticoli in eccedenza e difficilmente collocabili sul mercato ad Enti del Terzo settore impegnati nella raccolta di cibo gratuito per le persone indigenti. Si tratta di un’operazione resa possibile da specifici regolamenti comunitari che normano l’Organizzazione comune dei mercati (Ocm), e da fondi europei destinati a questo scopo. Si realizza così un circolo virtuoso che da un lato sostiene i più poveri, e dall’altro evita la distruzione di prodotti di qualità e il crollo dei prezzi di mercato. Dal 2012 al 2020, le aziende agricole dell’Emilia-Romagna che hanno aderito al progetto hanno donato oltre 36 tonnellate di prodotti ortofrutticoli, ricevendo una compensazione di circa 18 milioni di euro.
Ma la Regione insiste anche sulla necessità di informare e sensibilizzare i cittadini, soprattutto quelli più giovani, e lo ha fatto con la campagna informativa ‘Stop allo spreco’, che a maggio 2020 è arrivata alla seconda edizione, coinvolgendo il mondo della scuola in un percorso educativo dedicato al cibo e alle buone abitudini per non sprecarlo.
È invece del 2019 la campagna ‘Io non spreco’, lanciata proprio da Last Minute Market insieme a Comune di Bologna e Ausl Bologna per promuovere buone pratiche di sostenibilità tra i bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Progetti e finanziamenti regionali 2020
Per il 2020 la Regione, in relazione all’emergenza alimentare che ha interessato alcune fasce di popolazione – come conseguenza della crisi economica causata dalla pandemia-, ha approvato un bando da 600mila euro per finanziare progetti presentati da associazioni di volontariato, di promozione sociale e fondazioni onlus emiliano-romagnole impegnate nel recupero e distribuzione, anche attraverso pasti pronti, di beni alimentari a favore delle persone più povere. La scadenza per partecipare è fissata per il prossimo 8 febbraio.
L’esperienza degli Empori solidali
Per combattere la povertà alimentare e lo spreco di cibo, la Regione è impegnata da alcuni anni a valorizzare e promuovere gli Empori solidali che per numero e capillarità rappresentano una peculiarità della nostra regione. In Emilia-Romagna ad oggi quelli attivi sono 23 e altri 5 apriranno a breve. Si tratta di punti di distribuzione al dettaglio completamente gratuiti, realizzati per sostenere le persone con situazioni di disagio non solo attraverso l’aiuto alimentare, ma anche forme di sostegno relazionale. Per gli approvvigionamenti, gli Empori si avvalgono delle donazioni da parte di aziende produttrici, della grande distribuzione organizzata e di piccoli esercizi locali, oltre a beni alimentari appositamente prodotti attraverso il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead) e distribuiti dalla Fondazione Banco alimentare (la Onlus che si occupa del recupero di eccedenze alimentari e le redistribuisce alle strutture caritative).
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