Smog, misure emergenziali nei comuni di pianura sotto 30mila abitanti

10 Febbraio 2021 14:17

 

Nella lotta allo smog è arrivato il parere positivo dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali e dalla commissione Territorio, ambiente e mobilità, alle nuove disposizioni in materia di tutela della qualità dell’aria.

L’Emilia-Romagna adotterà, in tempi rapidi, provvedimenti (anche con misure emergenziali straordinarie) per garantire il rispetto del valore limite giornaliero di Pm10 stabilito dalla normativa comunitaria. Anche la nostra regione, infatti, è soggetta a una procedura di infrazione comunitaria (rivolta allo Stato italiano) in materia di qualità dell’aria, a causa del superamento dei limiti nelle zone pianura ovest (dal piacentino al modenese) e pianura est (dal bolognese al ferrarese, fino al territorio romagnolo).

In particolare, relativamente a queste due aree, verranno estese anche ai comuni con meno di 30 mila abitanti le misure emergenziali già attive: non si potranno utilizzare generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa ad alto impatto energetico, così come saranno vietate le combustioni all’aperto (falò rituali, barbecue e fuochi d’artificio a scopo di intrattenimento, etc.); sarà obbligatoria, invece, la riduzione delle temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti di vita riscaldati (fino a massimo 19 gradi nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto e nelle attività commerciali e fino a massimo 17 gradi nei luoghi che ospitano attività industriali e artigianali). Verrà poi limitata, nelle due zone, la circolazione dei veicoli privati euro 0 ed euro 1, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30. Verranno poi incrementati i controlli.

A sostegno di queste iniziative è previsto un contributo regionale pari a 36 milioni 900mila euro (per interventi nel settore agroalimentare, per la sostituzione di apparecchi obsoleti di combustione a biomassa per uso domestico, per l’attuazione di iniziative a favore della mobilità sostenibile e per operazioni di forestazione urbana).

Fabio Rainieri (Lega), che è intervenuto sul tema degli abbruciamenti, teme che “l’inquinamento prodotto dai mezzi, anche pesanti, che dovranno trasportare questi scarti produca più danni, in termini di inquinamento, rispetto alla scelta di bruciare in loco i residui vegetali”.

Massimo Bulbi (Pd), sullo stesso tema, chiede di cassare dal provvedimento la dicitura ‘zone non raggiungibili dalla viabilità ordinaria’, che “potrebbe essere motivo di contenziosi”.

Per Silvia Zamboni (Europa verde) “sarà fondamentale tenere conto delle indicazioni contenute in questo provvedimento quando verranno modificate le pianificazioni regionali (su energia, traporti, rifiuti, etc.)”. Quindi, ha rimarcato, “è necessario, prima di tutto, investire sull’elettrico (a partire dal trasporto ferroviario), incentivando però la produzione dell’elettricità attraverso fonti rinnovabili”. Utile poi, ha aggiunto, “promuovere, come indicato nella delibera, le strade scolastiche e i percorsi sicuri casa-scuola”. “Non possiamo andare avanti con le politiche dei divieti ma dobbiamo assicurare alternative sostenibili”, ha concluso la consigliera.

Anche per Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) la linea tracciata “sarà quella che dovremo seguire anche nelle prossime programmazioni” (che, per il consigliere, dovranno necessariamente coinvolgere anche l’Assemblea legislativa). Per Taruffi poi, che ha citato i progetti di nuove zone logistiche speciali nel bolognese (“in alcuni casi non collegate alla rete ferroviaria”), “serve coerenza”.

Concorde con i contenuti del provvedimento anche Silvia Piccinini (M5s): “Questa è la strada da seguire, mentre le programmazioni collegate alla realizzazione di nuove infrastrutture, come la Cispadana, vanno riviste; l’obiettivo deve essere quello della sostenibilità ambientale”. Per la consigliera utile anche la scelta di “incentivare la sostituzione del parco auto, ormai datato, degli enti locali”.

Di parere opposto Emiliano Occhi (Lega): “Per noi le infrastrutture rappresentano la chiave per lo sviluppo del territorio”. Il consigliere ha poi criticato recenti scelte del governo nazionale sul tema dell’ambiente, che non avrebbe previsto “adeguati incentivi per migliorare la qualità dell’aria (se non per l’acquisto – ha ironizzato – di monopattini elettrici), scaricando il problema sulle amministrazioni regionali”.

Stefania Bondavalli (Bonaccini presidente) si è dichiarata d’accordo coi colleghi di maggioranza: “Il nuovo Patto per il lavoro e per il clima indica chiaramente la direzione da seguire, propone un nuovo modello di sviluppo, rivolto al futuro (che guarda alle nuove generazioni) e i cambiamenti saranno riscontrabili anche nel quotidiano”.

Critico Michele Facci (Lega) sull’iter del provvedimento, “ci saremmo aspettati un passaggio in Aula”. Ha poi chiesto un approfondimento sul tema degli abbruciamenti, dato che “le deroghe sono impraticabili”. Ha richiesto anche maggiore chiarezza sulla destinazione delle risorse regionali collegate all’atto.

Per Andrea Costa (Pd), sull’applicazione del provvedimento, “è più che mai necessaria la collaborazione con i territori”. Quindi, ha ribadito “la necessità di favorire percorsi di partecipazione, assicurando anche la possibilità di integrare i provvedimenti”. Sui fondi regionali, infine, ha parlato di “incentivo importante per il raggiungimento degli obiettivi”.

Presente alla seduta congiunta delle due Commissioni assembleari anche l’assessora all’Ambiente Irene Priolo.

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