“Crisi allarmante, a gennaio 420mila ore di cassa integrazione nel Piacentino”

08 Marzo 2021 12:23

Nel Piacentino, le ore di cassa integrazione attivate nel mese di gennaio 2021 sono state 420mila. Esattamente un anno fa, all’inizio del 2020, senza la pandemia, erano 15mila. È questo il segno della crisi economica da Covid che – a livello locale – continua a preoccupare i rappresentanti dei lavoratori. “È un dato pesante e allarmante, il contesto di oggi – commenta Gianluca Zilocchi, segretario provinciale della Cgil – ricorda le difficoltà economiche di dieci anni fa”.

Anche per questo, secondo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, bisogna impegnarsi per “una nuova stagione di sviluppo per Piacenza”. E occorre farlo attraverso tre punti cardine: lavoro, investimenti e sanità. Le tre sigle hanno recapitato un documento condiviso alle istituzioni locali. Le questioni principali le riassume Zilocchi: “Chiediamo di decidere insieme tre o quattro investimenti strategici per il territorio, in maniera condivisa e precisa, nonché di concludere i progetti di rafforzamento della rete sociosanitaria, accelerare la realizzazione del nuovo ospedale e costituire un tavolo permanente sulla legalità per monitorare gli appalti e non solo”.

Piacenza, insomma, deve guardare al futuro – ne sono certi i sindacati – con la consapevolezza delle evoluzioni dettate dal Covid: in particolare la transizione ecologica e quella tecnologica. “Si deve fare un passo avanti nella diffusione della banda larga sull’Appennino – aggiunge Zilocchi – per attrarre nuovi investimenti. Attenzione poi agli aspetti sociosanitari – prosegue il referente della Cgil – in quanto è necessaria una profonda politica di aggiornamento del welfare territoriale, tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione e della centralità dell’assistenza domiciliare. Il potenziamento delle strutture per anziani è fondamentale”.

Michele Vaghini, segretario provinciale della Cisl, immagina lo sviluppo post-Covid di Piacenza non solo in termini di investimenti, ma anche di qualità della vita: “Con la chiusura delle scuole e lo stravolgimento della quotidianità famigliare in piena emergenza sanitaria – rileva il sindacalista – le donne hanno subito gravi ripercussioni, dal punto di vista occupazionale e non solo. Ecco perché i servizi cittadini devono essere rimodulati in loro supporto”. Secondo Vaghini, inoltre, “l’emergenza Covid creerà nuovi lavori e ne cancellerà vecchie professioni, essenziale è dunque il sostegno dell’università Cattolica nella lettura degli scenari futuri”. Il rappresentante provinciale della Uil Francesco Bighi evidenzia la necessità di “ricostituire occasioni di stabilità occupazionale per le donne e i giovani, le categorie più penalizzate dalla pandemia”.

Ecco altre richieste contenute nel documento: messa in sicurezza di tutti gli ambienti di lavoro, costituzione di un tavolo per lo sviluppo del territorio coordinato dalla Provincia attraverso l’adozione di criteri condivisi sugli investimenti e sulle opere da mettere in cantiere, potenziamento dei centri per l’impiego, investire ulteriormente sul settore primario, valorizzare i prodotti locali creando una certificazione di filiera, garantire il regolare svolgimento delle lezioni in presenza e in sicurezza in tutti gli istituti di ogni ordine e grado.

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