Maria e Stefania, due piacentine in Canada: “Qui i giovani amano l’Italia”

10 Marzo 2021 00:05

Sopra le cascate del Niagara, in mezzo alle temperature gelide dell’America del Nord, con una bandiera che scalda il cuore. L’altro giorno le giovani piacentine Maria Rossi e Stefania Bertoncini – originarie rispettivamente di Bettola e Vernasca – si sono incontrate in questo scenario mozzafiato, facendosi immortalare con lo stemma di Piacenza tra le mani. Un abbraccio al nostro territorio che arriva da due conterranee che – per scelte di vita differenti – vivono e lavorano in Canada. Anche in questo periodo di pandemia per nulla semplice.

Bertoncini, 27 anni, proviene dalla val d’Arda ma da qualche anno abita nella zona dell’Ontario, è una tecnologa alimentare con un’importante esperienza nei settori del servizio clienti, della ricerca e del controllo qualità. È laureata in scienze e tecnologie alimentari. Rossi, 22 anni, si divide invece tra il percorso di studi all’università di Guelph – una città vicina a Toronto – e la professione di assistente in un corso di italiano per gli studenti d’oltreoceano. “In Canada – racconta la piacentina – gli allievi che imparano l’Italiano sono molto bravi, comprendono la nostra lingua velocemente, anche perché quasi tutti hanno origini italiane o europee. Gli studenti amano il nostro Paese, c’è chi tifa Juve o chi legge Umberto Eco”.

Rossi, fidanzata con un ragazzo statunitense conosciuto a Piacenza, si è trasferita in Canada lo scorso dicembre, con un biglietto di sola andata: “Il ritorno? Spero mai…”. La 22enne, dopo la laurea all’università Cattolica, ha quindi deciso di proseguire la propria formazione nell’ateneo di Guelph. “Nel frattempo – evidenzia Maria – riesco a mantenermi e a finanziare gli studi con un contratto da assistente in un corso di italiano. Il Canada offre tante opportunità ai giovani, ma i ritmi di lavoro sono intensi: non esistono né sabati né domeniche. Bisogna rimboccarsi le maniche”.

COVID – L’auspicio di Maria e Stefania, una volta superata la pandemia da Coronavirus, è quello di riuscire a incontrarsi più spesso. “Secondo me, in Canada – puntualizza Rossi – le restrizioni anti-Covid hanno avuto un impatto minore rispetto all’Italia, perché qua si vive in maniera più individualistica. Tra l’altro, sono rimasta sorpresa perché i canadesi non hanno mai smesso di viaggiare, per sfuggire all’inverno rigido verso gli Stati Uniti, in particolare la Florida, oppure ai Caraibi e in altre località più calde in Sudamerica”. L’Ontario è stato diviso in zone colorate di varie tipologie: verde, giallo, arancione, rosso e grigio che corrisponde al lockdown totale (seppur più indulgente, i negozi al dettaglio restano aperti con la capienza ridotta fino al 25 per cento). “A causa del Covid – interviene Bertoncini – non torno in Italia da un anno, perché le restrizioni per il rientro successivo in Canada sono molto pesanti. In questo periodo, comunque, lo Stato è intervenuto in maniera puntuale nel sostegno ai nuovi disoccupati creati dalla pandemia”.

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