Perde papà e nonni per il Covid, a 24 anni rileva azienda con 20 dipendenti

12 Marzo 2021 09:40

Esattamente in questi giorni, un anno fa, il Covid dilagava nel Piacentino togliendo il respiro a chi veniva contagiato in modo grave. In poche settimane il virus spegneva vite fino a quel momento vigorose, come quella di Paolo Mignani, storico titolare della Metal-Car di Casoni di Gariga, morto a soli 62 anni nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Piacenza.  Era il 4 aprile 2020 e, due giorni dopo, al vertice dell’azienda è entrato il figlio Diego che aveva soltanto 24 anni e fino a pochi giorni prima studiava Fisioterapia. Quella stessa settimana Diego ha perso anche due nonni per il maledetto virus. Tre lutti in pochi giorni sembrano umanamente impossibili da sopportare per chiunque. Di fronte a questa storia ci si sente minuscoli nel lamentarsi delle restrizioni provocate dal Covid.

“Un anno fa pensavo che la mia vita fosse finita – racconta Diego Mignani -. Mi sentivo la persona più sfortunata del mondo. E invece sono andato avanti e oggi posso dire che se si tiene duro si può resistere”. Un messaggio che non suona per nulla retorico considerata l’esperienza vissuta dal giovane piacentino. Se infatti Diego non fosse stato così tenace e determinato, la Metal-Car, società che da ventotto anni si occupa di progettazione e costruzione di cabine e cofanature motore per mezzi speciali, avrebbe chiuso i battenti. Tra dirigenti e operai, i dipendenti sono venti. “Ho seguito l’istinto, sentivo di doverlo fare. All’inizio i collaboratori mi consideravano come se avessero di fronte mio papà ma io dovevo ancora imparare tutto. E’ stata una terapia d’urto. Ogni sera uscivo dal lavoro alle 22 e alcuni responsabili si fermavano con me; trascorrevo ogni weekend in azienda, non mi sono mai fermato. A pensarci bene non so neanche come ho fatto”.

Oltre agli aspetti gestionali, la difficoltà più grande è stata quella di andare avanti con quel dolore lacerante. “Mi nascondevo in bagno per piangere” confessa Diego che non ha avuto il tempo di elaborare i lutti improvvisi che hanno cambiato per sempre la sua esistenza. Con il passare dei mesi, il 24enne è riuscito a conquistare la fiducia di lavoratori, fornitori e clienti che ora lo vedono come un punto di riferimento.  Essere al vertice di un’azienda non è un gioco, lo sapeva bene il padre che voleva per Diego anche un’alternativa. Così’ è nata la scelta della laurea triennale in Scienze motorie e poi quella in Fisioterapia. “L’azienda mi ha sempre affascinato ma mio padre voleva che mi tenessi un’alternativa sicura perché diceva che era molto dura, per questo cercava di tenermi lontano. Solo poche settimane prima di lasciarci aveva deciso di farmi conoscere più da vicino l’attività”. Anche la mamma di Diego che si occupa dell’amministrazione, vedendo i risultati e la determinazione del figlio, si è convinta che quella fosse la strada giusta. A supportarlo da alcuni mesi c’è la fidanzata Sofia conosciuta nel novembre scorso.

“Mi sono complicato la vita, lo so bene e la paura c’è – conclude Mignani –, ma mi piace stare in azienda e se tornassi indietro rifarei la stessa scelta”.

IL SERVIZIO DI NICOLETTA MARENGHI

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