Amazon, lunedì sciopero anche a Castel San Giovanni: “Turni massacranti”
19 Marzo 2021 12:49
Lo sciopero nazionale dei lavoratori di Amazon – in programma questo lunedì, 22 marzo – toccherà anche lo stabilimento di Castel San Giovanni. La mobilitazione è proclamata da Cgil, Cisl e Uil. “Tra i motivi al centro della protesta – spiegano i sindacati – l’indisponibilità dell’azienda e delle associazioni datoriali ad affrontare le tematiche presenti nella contrattazione di secondo livello della filiera di Amazon”. Motivazioni che alcuni rappresentanti dei lavoratori hanno riassunto in una lettera pubblica.
ECCO LA LETTERA
Cari consumatori e care consumatrici,
ci rivolgiamo anche a voi, per spiegare le ragioni del primo sciopero nazionale di 24 ore, delle lavoratrici ed dei lavoratori di tutta la filiera Amazon – dipendenti diretti e in appalto. Scioperano le persone che, mai come in questo ultimo anno, ci hanno permesso di ricevere nelle nostre case ogni tipologia di merce in piena comodità. La nostra. Quelli e quelle che consegnano i pacchi; quelli e quelle che ancora prima lo preparano per la spedizione. Quelli e quelle che, insieme a voi, hanno soddisfatto il boom di ordini, e quindi di fatturato, di tutto il sistema dell’e-commerce. Lavoratori e lavoratrici “indispensabili”, così vengono continuamente definiti da tutti. Ma come tali non vengono trattati. I drivers che consegnano materialmente la merce arrivano a fare anche 44 ore di lavoro settimanale e molto spesso per l’intero mese, inseguendo le indicazioni di un algoritmo che non conosce né le norme di regolazione dei tempi di vita e di lavoro né tantomeno quelli del traffico delle nostre città. Si toccano punte di 180/200 pacchi consegnati al giorno.
Dentro i magazzini si lavora otto ore e mezzo con una pausa pranzo di mezz’ora. Ma nessuna verifica dei turni di lavoro, nemmeno nei magazzini di smistamento. Nessuna contrattazione, nessun confronto con le organizzazioni di rappresentanza sui ritmi di lavoro imposti e per il riconoscimento dei diritti sindacali. Nessuna clausola sociale né continuità occupazionale, per i drivers, in caso di cambio fornitore. Nessuna indennità contrattata per Covid-19, in costanza di pandemia. Ciò avviene in un settore in totale e continua espansione e in un’azienda il cui proprietario è tra i cinque uomini più ricchi al mondo.
È una questione di rispetto del lavoro, di dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, di sicurezza per loro e per voi.
LA REPLICA DI AMAZON – Ecco, di seguito, la nota trasmessa dalla multinazionale: “Amazon e i fornitori terzi di servizi di consegne mettono al primo posto i propri dipendenti, offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi, benefit e ottime opportunità di crescita professionale. L’emergenza sanitaria tutt’ora in corso ha avuto un grande impatto sulla vita delle persone e crediamo che Amazon abbia fornito e continui a fornire un servizio prezioso ai clienti permettendogli di acquistare e ricevere i prodotti di cui hanno bisogno restando a casa il più possibile, continuando allo stesso tempo a salvaguardare costantemente la sicurezza del nostro personale e del personale dei nostri fornitori.
I sindacati questo lo sanno”.
“Per quanto riguarda i punti sollevati dalle organizzazioni sindacali ci preme sottolineare che i dipendenti Amazon sono assunti inizialmente al 5° livello del CCNL Trasporti e Logistica con un salario d’ingresso pari a €1.550 lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno, tra i più alti del settore della logistica, e includono un pacchetto di benefit come sconti sul sito Amazon.it e l’assicurazione contro gli infortuni. I corrieri sono assunti da fornitori di servizi di consegne al livello G1 del CCNL Trasporti e Logistica con un salario d’ingresso pari a €1.644 lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno, e oltre a 300€ netti mensili come indennità giornaliera. Oltre a salari competitivi, lo scorso anno in due momenti diversi, Amazon ha erogato un bonus a titolo di riconoscimento e ringraziamento ai propri dipendenti e ai dipendenti dei fornitori terzi per il lavoro eccezionale svolto durante l’emergenza sanitaria. Abbiamo previsto due riconoscimenti una tantum di 500 euro durante la prima fase dell’emergenza, e 300 euro nel mese di dicembre, per i dipendenti impiegati a tempo pieno, e un importo riproporzionato se hanno lavorato con contratti part-time”.
Nei siti in cui sono presenti le rappresentanze sindacali, il dialogo è assiduo e regolare. In Amazon crediamo fortemente nel valore del confronto con i nostri dipendenti. Il loro coinvolgimento diretto è parte integrante della nostra cultura aziendale. Questo vale anche per i fornitori terzi di servizi di consegna che hanno un dialogo costante con i loro dipendenti e i sindacati attraverso Assoespressi, l’associazione di categoria che li rappresenta e che ha firmato numerosi accordi con i sindacati stessi. E’ falso quanto dichiarato in merito all’orario di lavoro. In tutti i magazzini la durata del turno di lavoro è di otto ore, di cui 35 minuti di pausa retribuita. Per quanto riguarda l’organizzazione dei turni applichiamo rigorosamente quanto previsto dal Contratto Nazionale Trasporti e Logistica. Inoltre in merito alla loro applicazione raccogliamo commenti e opinioni da parte di tutto il personale potenzialmente coinvolto (attraverso i nostri meccanismi di feedback, come ad esempio i focus group), come anche da parte delle RSA con cui ci consultiamo prima dell’implementazione. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori di servizi di consegna per consentire loro di pianificare adeguatamente le loro esigenze operative. Per farlo sono utilizzate tecnologie che prendono in considerazione diversi fattori per determinare quante consegne un autista possa effettuare in sicurezza durante il suo turno e stabilire obiettivi realistici che non causino pressioni su di loro o i loro dipendenti. Inoltre, il numero di pacchi da consegnare è assegnato in maniera appropriata e si basa sulla densità delle aree di consegna (normalmente i corrieri effettuano più consegne per ciascuna fermata), sulle ore di lavoro, sulla distanza da percorrere. Amazon assegna i percorsi ai fornitori che a loro volta li assegnano ai loro corrieri in base al loro orario di lavoro. Effettuiamo controlli regolari sulla conformità dei fornitori, anche per quanto riguarda gli aspetti retributivi, contributivi e la regolarità delle pratiche occupazionali.
“Nel caso si riscontri che una un fornitore non stia rispettando le nostre aspettative e stia violando le normative vigenti adottiamo i rimedi contrattualmente previsti, inclusa l’interruzione del rapporto contrattuale. Quando si sono verificate queste situazioni, ci siamo adoperati affinché i corrieri di un fornitore di servizi di consegna che termina la sua collaborazione con Amazon, continuino il loro lavoro attraverso il nuovo fornitore che subentrerà per occuparsi delle consegne, secondo quanto specificato dall’articolo 42 del Contratto Collettivo Nazionale. I sindacati sono stati coinvolti, come prescrive il CCNL, in tutte le procedure. Sul punto specifico inerente le 44 ore di lavoro settimanale degli autisti dei fornitori dei servizi di consegna, anche queste sono previste dal Contratto e non in modo specifico da Amazon”.
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