“Inaccettabile e pericolosa la possibilità di vaccinare in assenza del medico”
24 Aprile 2021 15:57
“La possibilità di inoculare un vaccino in assenza del medico, dopo l’apertura governativa ai farmacisti e non solo, legittima una pericolosa e inaccettabile deregulation sanitaria”. È la presa di posizione dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Piacenza, condivisa insieme agli altri enti rappresentativi dell’Emilia-Romagna.
“La continua revisione del piano vaccinale per garantire una sempre più alta copertura – si legge in una nota ufficiale – a parte le difficoltà di reperimento delle dosi e la sicurezza di alcuni tipi di vaccino, non può in alcun modo legittimare il trasferimento di funzioni mediche esclusive ad altre figure, sanitarie e non solo. Ne va soprattutto della salute dei cittadini, ma anche del significato di agire nel rispetto delle leggi”.
L’intervento dell’Ordine dei medici di Piacenza, insieme a quelli di Bologna, Forlì, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini, si riferisce “alla disposizione legislativa che attribuisce funzioni proprie del medico a figure non mediche al fine di incrementare il numero di vaccinazioni. Pur considerando lodevole lo sforzo per l’ampliamento del numero delle sedi ove vaccinare – aggiungono i referenti – non è condivisibile la modalità con cui la politica ha fatto tali concessioni. Si intravvede, infatti, una deriva non necessaria e rischiosa, soprattutto a fronte di una sufficiente quantità di medici tale da garantire ampiamente le vaccinazioni. Va detto, al di fuori di ogni aspetto corporativo, che l’assenza del medico incide sulla qualità delle cure e sulla tutela della salute anche laddove, seppur in ruoli diversi e complementari, le professioni sanitarie sono chiamate a collaborare.bLe competenze mediche, quali la valutazione dello stato di salute del cittadino come pure la raccolta del consenso informato e il tempestivo intervento in presenza di effetti collaterali, non solo in ambito vaccinale, connotano di fatto l’atto medico. Analogamente, l’intervento in urgenza ed emergenza, sul piano dell’agire e delle responsabilità, si diversifica dalla sola “applicazione di rigidi protocolli”.
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