Non solo furti, anche carne equina macellata illegalmente per i ristoranti

27 Aprile 2021 12:26

Non solo un imponente giro di furti d’auto, ma anche macellazione clandestina di cavalli per carne destinata anche a ristoranti e trattorie della nostra provincia.
E’ questo il risvolto più singolare della maxi inchiesta dei carabinieri del Comando provinciale di Cremona, che su mandato del Gip ha arrestato 12 persone (10 in carcere e 2 ai domiciliari) per i reati di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio (tutti in concorso).
Uno degli arrestati vive a Fiorenzuola, mentre nel lungo elenco di indagati (27 in totale) due vivono a Fiorenzuola, uno a Castelvetro, uno a Rottofreno e uno a Pontenure.

“Il provvedimento – spiegano i militari – scaturisce da un’attività d’indagine condotta nei confronti di un sodalizio criminale dedito al riciclaggio, alla ricettazione ed all’appropriazione indebita di autovetture (soprattutto di grossa cilindrata) rubate nelle province di Cremona, Brescia, Piacenza, Bergamo, Lodi, Milano, Monza-Brianza, Pavia, Parma e Torino”.
Il lavoro degli inquirenti ha condotto ad appurare che la compagine criminale spesso agiva su commissione di carrozzieri e collezionisti del settore: individuata l’auto richiesta, veniva approntato un piano per sottrarla, anche attraverso un periodo di monitoraggio delle abitudini di vita dei legittimi proprietari, operando in tempi ristrettissimi. Le parti dei veicoli venivano commercializzate anche in Slovenia, in Croazia (grazie ad un compiacente rivenditore ) ed in Africa come dimostrano le centinaia di pezzi di componenti “automotive”, per un valore di almeno 300.000 euro, già imballati e pronti a partire alla volta del Ghana.
“Il sodalizio criminale – aggiungono i militari – non si occupava però solamente di furti ai fini di “cannibalizzazione”, ma si era anche specializzato a soddisfare il mercato dei collezionisti veri e propri di auto prestigiose per tipologia, palmares sportivo, rarità”.
Un caso emblematico quello relativo al furto di una Lancia Delta Integrale Martini, rubata nell’ottobre 2019 da un capannone di un imprenditore in provincia di Brescia. Certamente non destinata allo smembramento, bensì conservata come modello unico, impreziosito dall’avere la carta di circolazione intestata al pilota italiano, due volte campione del mondo rally Massimo “Miki” Biasion.

LA CARNE DI CAVALLO CLANDESTINA
I carabinieri rivelano anche che nel corso delle indagini, nel corso di una perquisizione nei confronti di uno dei perni dell’organizzazione criminale, hanno ispezionando il maneggio attiguo alla abitazione, dove era presente un importante allevamento di cavalli ed asini: “E’ stata rilevata una discordanza fra gli animali presenti e quelli censiti. E’ stato infatti appurato come gli arrestati siano da oltre 40 anni attivi nel settore della macellazione clandestina, per alimentare le richieste di ristoranti e trattorie del bresciano, piacentino e lodigiano, province famose per utilizzare le carni equine per la preparazione di piatti tradizionali”.

IL BILANCIO FINALE
Nel corso delle investigazioni, oltre alle misure cautelari eseguite oggi, sono stati:
– tratti in arresto in flagranza di reato 7 soggetti e deferiti in stato di libertà altri 27 per i reati di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio, estorsione in concorso e violazioni alle leggi ambientali (tutti in concorso); falsa fatturazione per operazioni inesistenti
– accertati il furto ed il riciclaggio di 131 autovetture;
– sequestrati 111 motori di autovetture e componentistica “automotive”, provento di furti commessi tra il 2018 ed il 2020 per un valore complessivo di 4 milioni di euro circa.

IL SERVIZIO DI MICHELE RANCATI 

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