Nuovo ponte Lenzino, il Ministero: “No al confronto”. Castelli: “Scrivo a Mattarella”
30 Aprile 2021 05:30
“Non si ritiene necessario alcun confronto in merito”. Così la Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura, in una lettera datata 26 aprile, ha gelato l’Unione montana alte valli Trebbia e Luretta, che dopo la protesta a Lenzino aveva chiesto l’apertura di un confronto perché venisse rivisto il tracciato del progetto del futuro ponte.
Nella nota (LEGGI LA LETTERA DEL MINISTERO), firmata dal direttore generale architetto Federica Galloni, dal responsabile del procedimento ingegner Giacomo Carlo Tropeano e dal dirigente del servizio architetto Rocco Rosario Tramutola, vengono ripercorse le tappe dell’iter che ha portato all’avvio del progetto (in corso di elaborazione) sul tracciato del ponte crollato il 3 ottobre, e non più a monte com’era stato chiesto dai sindaci di Bobbio, Cerignale, Corte Brugnatella, Zerba, Ottone, Coli, Piozzano, sostenuti dai consiglieri regionali Matteo Rancan e Valentina Stragliati (Lega), Katia Tarasconi (Pd), Giancarlo Tagliaferri (FdI), e dai parlamentari Pier Luigi Bersani (Leu), Tommaso Foti (FdI), Davide Zanichelli (M5S), oltre che da duemila firme di valligiani.
“Questa Direzione generale fa presente che, in accordo con la Soprintendenza, aveva già espresso durante un incontro tra questa Direzione generale e l’allora ministra delle infrastrutture Paola De Micheli il proprio indirizzo relativo alla scelta della soluzione presentata dalla società Anas in quanto soluzione che meglio risponde all’esigenza di tutela paesaggistica”.
Il presidente del Comitato Nuovo Ponte Lenzino, Massimo Castelli, reputa “gravissima, lesiva dei principi della democrazia” la risposta ricevuta dall’Unione: “Un organo tecnico ci nega un confronto, hanno forse paura di noi poveri sindaci? A che punto siamo arrivati? Ora tra l’altro finalmente capisco perché l’onorevole De Micheli e il sindaco di Travo Lodovico Albasi non abbiano firmato la nostra richiesta. Quei ruderi sono pieni di cemento e ferro per farli stare su. Ora ci rimettiamo sopra un altro ponte per nascondere una storia di mancanze. Non si può andare avanti così, scrivo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Io voglio vivere in un Paese normale”.
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