Le palestre hanno riaperto. “Ma 6mila euro di ristori dopo un milione di perdite”
25 Maggio 2021 05:30
Ieri, lunedì 24 maggio, secondo il cronoprogramma stabilito dal governo e dopo mesi di chiusura per le restrizioni dovute al Covid, sono finalmente ripartire le palestre nelle zone gialle. Il via libera a queste attività era stabilito per il 1° giugno, ma il governo ha anticipato la riapertura di una settimana.
A Piacenza, da dove era partita un’accesa protesta contro la prolungata chiusura degli impianti (definita dai gestori “ingiustificata e assurda”) la riapertura è stata accolta con un entusiasmo particolare: “Dopo più di un anno di stop – ha spiegato Daniele Bavagnoli di “Acrobatic” – oltre ai nostri clienti abbiamo ritrovato la dignità. Non poter lavorare per così tanto tempo è stato davvero difficile, fortuna che la risposta della gente a questa attesa riapertura è stata fantastica. Rivedere la sala piena, pur nel rispetto delle norme di sicurezza come del resto da noi è sempre stato, infonde davvero tanta speranza per il futuro. Speriamo però di non dover più chiudere: per noi sarebbe la fine”.
“L’emozione è fortissima – gli fa eco Alessandro Lusardi, personal trainer di “Le Club” – lo sport piacentino e le palestre hanno tenuto duro, lavorando online e offrendo servizi gratuiti. Vedere tutta questa risposta dopo tanti mesi è bellissimo”.
Non solo gioia e speranza: molti gestori puntano il dito contro il governo, reo (a detta loro) di averli abbandonati. “Non abbiamo ricevuto ristori adeguati – ha aggiunto Carla Magni, titolare di “Le Club” -. Le perdite in questi mesi ammontano a oltre un milione di euro, a fronte di soli 2mila euro di ristori nel primo lockdown e 4mila nel secondo. Il tutto senza considerare i costi di gestione altissimi, i collaboratori e il resto. Siamo stati dimenticati. Il danno che abbiamo subito è enorme. E non parlo solo a nome della mia palestra ma di tutto il movimento. Ci aspettiamo a questo punto che le istituzioni diano vita a un progetto di sensibilizzazione nei confronti delle persone, molte delle quali hanno paura di tornare nelle palestre. Ce lo aspettiamo a livello comunale, regionale e nazionale”.
LE REGOLE
Per tornare ad allenarsi nelle palestre è necessario rispettare una serie di regole approvate dal Comitato tecnico scientifico in modo da evitare la diffusione del contagio: prima di tutto per i gestori è obbligatorio predisporre e rendere visibile all’entrata della struttura un apposito cartello, contenente il numero massimo di presenze consentite all’interno dei vari ambienti come le sale e gli spogliatoi.
All’interno deve essere garantito il rispetto delle prescrizioni igieniche di base, tra cui rilevare la temperatura a tutti i frequentatori, soci, addetti, accompagnatori, giornalmente al momento dell’accesso, impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5 °C. Obbligatorio verificare all’ingresso che fruitori dei servizi ed eventuali accompagnatori indossino la mascherina protettiva; individuare percorsi di ingresso e di uscita differenziati. Sempre per i gestori, è obbligatorio mettere a disposizione dispenser di gel disinfettante nelle zone di accesso all’impianto, di transito, nonché in tutti i punti di passaggio, inclusi gli accessi agli spogliatoi e ai servizi e gli accessi alle diverse aree.
Per istruttori e clienti è obbligatorio mantenere sempre la distanza interpersonale minima di 1 metro, che diventano due durante l’attività fisica. Ad eccezione del momento specifico in cui si svolge attività fisica sul posto, è sempre obbligatorio indossare la mascherina, anche durante l’allenamento se il cliente si sposta da una postazione o un attrezzo di allenamento all’altro. Viene anche consigliato di lavarsi frequentemente le mani, non toccarsi mai occhi, naso e bocca con le mani, starnutire e/o tossire in un fazzoletto o nella piega interna del gomito.
Le linee guida del governo prevedono anche che si evitino di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali; bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personalizzate; gettare subito in appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali usati (ben sigillati) e non consumare cibo negli spogliatoi e all’interno degli spazi dedicati all’attività sportiva.
Tra i protocolli da eseguire per i gestori: dare indicazioni sulle corrette modalità e tempi di aerazione dei locali; specifiche attività di filtrazione dell’aria nei locali chiusi ad alta densità di persone o di attività, vietare lo scambio tra operatori sportivi e personale comunque presente nel sito sportivo di dispositivi come smartphone e tablet.
Per tutti è necessario disinfettare i propri effetti personali e non condividerli (borracce, fazzoletti, attrezzi, ecc.); arrivare nel sito già vestiti adeguatamente alla attività che andrà a svolgersi o in modo tale da utilizzare spazi comuni per cambiarsi e muniti di buste sigillanti per la raccolta di rifiuti potenzialmente infetti; non toccare oggetti e segnaletica fissa
Inoltre è vietato l’utilizzo delle docce, indipendentemente dal distanziamento interpersonale di coloro che ne fanno uso. Va infine inoltre che le piscine all’interno delle palestre rimarranno chiuse fino all’1 luglio, data in cui – secondo il decreto riaperture – si potrà tornare ad utilizzare anche le piscine al coperto. Quelle all’aperto, invece, sono già state riaperte dalla seconda metà di maggio.
IL SERVIZIO DI MARCELLO TASSI
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE