Preghiera in collegiata per Roberta e Angelo Vito. Per la tragedia fermate tre persone
26 Maggio 2021 10:21
Sono state tante le persone che nella sera di martedì 25 maggio si sono ritrovate nella Collegiata di Castel San Giovanni per pregare per Roberta Pistolato, il marito Angelo Vito Gasparro e le altre 12 vittime che domenica hanno perso la vita nello schianto della funivia Stresa Mottarone. Si è trattato di un momento di raccoglimento, semplice e sentito durante il quale conoscenti della coppia, colleghi di lavoro e tante persone si sono unite in un momento di riflessione profonda. “Nel misterioso e complesso intreccio delle strade di questa nostra vita – ha detto il parroco monsignor Giuseppe Busani – la morte ha tragicamente posto fine alla vita terrena di 14 nostri fratelli, tra cui i concittadini Roberta e Angelo e due bambini. Non è questa l’ora – ha proseguito il parroco di Castello – per indagare le causalità umane, rimane lo sconcerto di una tragedia che al nostro pensiero è inaccettabile, che lascia profonde ferite nel nostro animo e che costituisce una dura prova anche per la nostra fede. Là dove le nostre parole umane non riescono ad arrivare, giunga per tutti quella luce e quella consolazione che solo Dio può donarci. Affidiamo al Dio della vita Roberta, Angelo e le altre vittime del tragico crollo della funivia”. Presenti anche il sindaco Lucia Fontana e il prefetto Daniela Lupo.
Intanto nella mattinata di mercoledì 26 maggio è giunta la notizia del fermo di tre persone, avvenuto nella notte, nell’ambito dell’indagine sulla strage della funivia Stresa-Mottarone: sono il proprietario della società che gestisce l’impianto il direttore e il capo operativo del servizio. Il pm ha parlato di “sviluppo molto grave e inquietante”: un “gesto consapevole” nella mancata rimozione della ‘forchetta’ che disattiva i freni d’emergenza, per evitare un blocco manutentivo. Il sistema inoltre “presentava delle anomalie” che avevano portato a diversi incidenti ed erano stati effettuati numerosi interventi, ma non risolutivi. I tre fermati “hanno ammesso” le loro responsabilità.
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