Po, l’idea del Comune: “Porto turistico e lungofiume, opere da 18 milioni”
21 Giugno 2021 17:20
Creare un porto turistico a servizio della nostra città e recuperare il lungo Po, per un eventuale investimento pari a diciotto milioni di euro. Così la Giunta Barbieri ipotizza di “ricucire” il Po e i piacentini. Se n’è parlato oggi (21 giugno) in consiglio comunale, attraverso l’approvazione all’unanimità dell’accordo di programma del contratto di fiume della media valle del Po, con l’obiettivo di “lavorare insieme tra comuni diversi, per portare benefici a tutti i territori – illustra l’assessore all’ambiente Paolo Mancioppi – attraverso la tutela del bacino fluviale, la promozione della mobilità dolce lungo il corso d’acqua e lo sviluppo della navigabilità turistica”.
Per quanto riguarda le idee del porto e della riqualificazione del lungo Po, l’assessore Mancioppi assicura che “le istituzioni regionali e l’Aipo sono interessate a queste opere. Ci troviamo nel momento storico ideale per valorizzare il fiume, e per trovare le risorse economiche necessarie a raggiungere questo scopo”.
Dalla minoranza, Giulia Piroli (Pd) esorta la Giunta Barbieri a “cercare di sfruttare anche le risorse europee in arrivo col Recovery Fund per realizzare il porto turistico di Piacenza”. Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) ricorda che “riuscire a valorizzare il Po significa anche mettere in risalto il parco del Trebbia. Oggi, nonostante la spesa di quasi mezzo milione di euro per alcuni interventi di sistemazione sul lungofiume, gli atti vandalici, la trascuratezza e il passaggio delle auto sul sentiero pedonale rovinano la vivibilità dell’area. Forse – conclude Rabuffi – si potrebbe coinvolgere anche il personale volontario per tutelare la zona”.
“Un porto turistico a Piacenza – interviene Carlo Segalini (Lega) – sarebbe fondamentale anche per i vicini comuni lombardi che non si affacciano sul fiume”. Per Andrea Pugni (M5s) “il rapporto dei cittadini con il Po non si può inventare, in passato non c’è mai stato, anzi il corso d’acqua è stato visto spesso come una minaccia. Oggi, invece – prosegue -, percepisco un forte consenso nella volontà popolare di restituire il lungofiume alla collettività”.
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