Protezione delle piante: premiate due giovani ricercatrici della Cattolica
02 Agosto 2021 16:56
Ci sono anche due dottori di ricerca Agrisystem dell’Università Cattolica di Piacenza tra i vincitori del premio di dottorato bandito dall’associazione Italiana per la protezione delle piante e giornate fitopatologiche, che ogni anno sostiene percorsi di ricerca applicata che portino ad una protezione delle piante sempre più sostenibile.
Sono di Letizia Mondani e Giorgia Fedele le tesi conseguite presso la scuola di dottorato per il sistema agroalimentare Agrisystem della Cattolica, riconosciute tra le sei migliori tesi di dottorato di ricerca nel settore della protezione sostenibile delle colture per l’anno 2021. Al concorso hanno partecipato sedici dottori di ricerca provenienti da 11 università italiane.
La tesi di Letizia Mondani – che oggi lavora presso il consorzio fitosanitario provinciale di Parma e si occupa di assistenza agli agricoltori e di controlli sul territorio per la presenza di organismi nocivi da quarantena come insetti, batteri e virus – si è focalizzata sulla ricerca degli agenti fungini causa del marciume secco dell’aglio, per poter elaborare strategie di difesa sostenibili al servizio dell’agricoltore. Un premio inaspettato, che ha riempito di soddisfazione Letizia. “Ho partecipato perché l’impegno profuso in questi tre anni era stato tanto e i risultati ottenuti erano interessanti: il fatto che il lavoro svolto sia stato ritenuto valido da altri professori universitari mi ha reso molto onorata e felice”. La ricerca ha permesso di approfondire l’eziologia della malattia e di fornire alcuni strumenti concreti di lotta al marciume secco sia in campo che durante la conservazione del prodotto.
Giorgia Fedele ha partecipato al concorso per il premio di dottorato presentando la sua tesi dal titolo “Coupling botanical epidemiology and mathematical modeling for the control of Botrytis cinerea in vineyards”. I risultati ottenuti hanno complessivamente condotto ad un nuovo approccio nelle strategie di difesa contro la muffa grigia della vite, che include una mirata pianificazione delle applicazioni fungicide basata sull’integrazione delle conoscenze epidemiologiche del patogeno, del reale rischio di sviluppo della malattia e la valutazione di diverse strategie di controllo. Inoltre, inserisce nelle strategie di difesa, l’utilizzo di prodotti alternativi, come agenti di biocontrollo (Bcas) o botanicals.
“Questo concorso – dice la dottoressa Fedele – è stato un’occasione non solo per evidenziare l’importanza della ricerca scientifica nell’ambito della protezione sostenibile delle colture ma anche per divulgare i risultati conseguiti durante il percorso di dottorato”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE